Il Tour de France è ormai vicino alla sua partenza e come sempre assisteremo a 21 giorni di grandi emozioni, ma, allo stesso tempo sarà anche una corsa più povera. In Danimarca, Paese che ospiterà la Grande Partenza, non ci sarà la maglia iridata di Alaphilippe e purtroppo neanche quella del Campione Europeo Sonny Colbrelli. Sono questi simboli che gli appassionati vanno sempre a cercare quando c’è una grande corsa ciclistica. Alla Grande Boucle però, le assenze saranno tante e, oltre alla maglia con l’arcobaleno e a quella con le stelle dell’Europa,mancheranno tanti altri simboli, quelli dei campioni nazionali che rappresentano il più bravo di ogni Paese. Potrebbe sembrare strano ma quest’anno, al Tour saranno pochissime le bandiere dipinte sul petto dei corridori, a ricordarci chi è il più forte di quella determinata nazione. Avremo per la Francia Senechal, il campione della Quick-Step che appena domenica ha conquistato la sua maglia e che è stato reclutato in ultima battuta per la corsa gialla. Vedremo certamente la bandiera tedesca di Nils Politt e quella austriaca di Großschartner, entrambi uomini della Bora-Hansgrohe, ma assente sarà quella della Gran Bretagna conquistata da Cavendish e della Spagna di Carlos Rodriguez. Il Tour partirà da Copenaghen e tra i 12 danesi al via mancherà proprio il campione nazionale Alexander Kamp, uomo della Trek-Segafredo. Purtroppo l’elenco continua e la Slovenia, nazione favorita per la vittoria finale con Pogacar e Roglic, ha dovuto accettare l’assenza di questi due straordinari corridori nel giorno in cui si assegnavano i titoli di casa.
Sicuramente l’allerta Covid, che ha decimato il Giro di Svizzera e il Giro di Slovenia, ha avuto il suo peso e la maggior parte delle squadre ha deciso di isolare i corridori che avrebbero preso parte alla Grande Boucle. Esempio lampante è stata la Jumbo-Visma, che ha portato tutta la squadra a Tignes.
Non vedremo in corsa la maglia italiana vinta da Zana della Bardiani di Reverberi, una squadra Professional non invitata alla Grande Boucle e per questo la nostra bandiera sarà assente giustificata. Discorso diverso per il Belgio, dove Tim Merlier che domenica ha vinto la prova in linea, non potrà sfoggiare la maglia di Campione Nazionale, perché la Alpecin-Fenix non lo ha convocato.
Anche Van der Poel, campione olandese uscente, ha deciso di non provare a vincere di nuovo il titolo di casa, preferendo un allenamento in solitudine per preparare al meglio il Giro di Francia. Il titolo quest’anno è andato a Pascal Eenkhoorn della Jumbo-Visma, che però non vedremo sulle strade del Tour. Dovremo anche rassegnarci all’assenza della maglia del Portogallo, conquistata da Almeida e che avremo il piacere di ammirare a San Sebastian a fine luglio. In un elenco dove mancano anche Norvegia, Repubblica Ceca e Lussemburgo, possiamo ritrovare un po’ il sorriso grazie a Peter Sagan, che sfoggerà la maglia con i colori della sua Slovacchia in questo Tour de France, un po’ carente di colori.
Tornando alla nostra Italia, noi un campione lo abbiamo portato e anche importante, si tratta di Filippo Ganna, che vestirà la maglia iridata conquistata nella prova a cronometro e che potrà sfoggiare a Copenaghen il primo luglio e nuovamente il 23 nella cronometro della ventesima tappa. Noi naturalmente ambiamo un’ambizione e speriamo che l’arcobaleno di Ganna possa scomparire il primo luglio, per lasciare il posto ad un altro simbolo, quello della maglia gialla del più forte al Tour de France.
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