Dries DE BONDT. 10 e lode. Il 30enne passistone belga fa filotto e si porta a casa di tutto e di più: traguardi volanti e quello finale. Prende di tutto, perché lui dopo la beffa di Reggio Emilia (è stato riacciuffato proprio nel finale), qui ha solo una missione: vincere. È un cecchino di pace, un vero e proprio 007 degli uomini d’attacco. Il suo nome è Bond, Dries De Bondt.
Edoardo AFFINI. 9. Il mantovano fa una corsa pazzesca, tirando a più non posso. Con il senno di poi potremmo dire che è stato fin troppo generoso, ma nella vita si rischia e si prova. Se si fosse risparmiato la fuga non sarebbe arrivata. Lui non si risparmia e arriva: secondo, ma è ancora lì. Applausi a scena aperta. Altro che storie.
Magnus CORT. 9. Il 29enne danese della EF entra nella fuga del giorno con Edoardo, Dries e Davide. Corsa d’attacco, dove ognuno fa il suo e lo fa bene. Fino alla fine.
Davide GABBURO. 9. È il meno nobile del quartetto di giornata, il 29enne veronese di Bovolone. Dopo il secondo posto di Napoli, il quarto oggi. Non sono piazzamenti di routine, hanno il loro peso e il loro significato: sia per lui che per la sua Bardiani CSF Faizané. Gioca con i grandi, fin sul traguardo.
Alberto DAINESE. 7. Il Daino si mette tutti alle spalle, ma davanti restano quei quattro là, che fanno una gara maiuscola e degna di nota. La sua volata conferma solo che c’è e che la DSM fa bene a contare su questo ragazzo modesto e timido, che se ci sono delle volate sul filo dei 70 km/h non ha alcun imbarazzo.
Guillaume MARTIN. 6. In una tappa di trasferimento gli tocca un brivido finale: taglia il traguardo con 1'52" di ritardo, dopo lungo tempo la Giuria torna sui suoi passi e gli attribuisce lo stesso tempo della maglia rosa. Lo aspettiamo nelle ultime due tappe di montagna.
Juan Pedro LOPEZ. 5. Il bimbo della Trek Segafredo va in ebollizione e perde 2'57". Giornata no, per questo ragazzo che veste la maglia bianca di Almeida e poi nel finale gli si accende la spia rossa: della riserva. In classifica ora è nono, superato anche da Pozzovivo.
Joao ALMEIDA. 17. Niente da fare, il “quarto uomo” viene fermato dal Covid, lui che si era battuto come un leone e sognava di poter fermare, rallentare e stoppare l’incedere di Richard Carapaz e compagnia pedalante. Fermato dal virus, che probabilmente si era già palesato da qualche giorno, maligno e insinuante, rallentandone la marcia, condizionandogli un Giro (che resta un discorso aperto) come a tanti altri illustri: da Bardet a Simon Yates e Dumoulin.
Sara e Massimo DORIS. 20. L’appuntamento alle dieci e mezza in piazza San Pio X a Tombolo. Qui Ennio Doris crebbe, con un legnetto e un tollino: un po’ Bartali, tanto Coppi. Qui è cresciuto, tra la sua gente, che non ha mai dimenticato e qui è stato celebrato l’ultimo saluto il 28 novembre scorso. Quel giorno il silenzio era dovuto, quanto le lacrime. Oggi il sole e una leggera brezza hanno accompagnato come una ninna nanna l’adunata composta e leggera di una festa, della pedalata “un giro nel Giro”, alla quale non sono mancati la signora Lina, la donna della vita di questo grande imprenditore e banchiere, filantropo e visionario, con una passionaccia vera e sincera per la bicicletta, per il ciclismo: per il Giro. C’erano Sara e Massimo, i figli. Vice-presidente e amministratore delegato di Banca Mediolanum, da vent’anni sponsor della maglia azzurra destinata agli scalatori, a quegli interpreti del pedale che non si arrendono e rilanciano, o si aggrappano al manubrio per non perdere velocità anche quando le cose sembrano andare male. Mai darsi per vinti, cogliere le opportunità che offre la vita: che è poi una regola aurea anche per chi si addentra in questioni finanziarie. È stata una festa, quella di oggi, che la signora Lina ha vissuto con lievità e serenità. Con quel sorriso galeotto che piacque infinitamente a Ennio. «Una festa così gli sarebbe piaciuta tanto. Amicizia e amore per il ciclismo e il territorio. Il ciclismo è famiglia: oggi sono a casa».