Partecipare ad un evento sportivo organizzato nella propria città, sostenuto ed acclamato dai propri cari è per un atleta un momento speciale ed emozionante. Emozioni forti che lunedì, impegnato nel Gran Premio Liberazione di Roma, ha provato anche Martin Marcellusi che nella Capitale è nato, cresciuto e vive.
Tuttobiciweb ha raggiunto telefonicamente il 22enne corridore della Bardiani – CSF – Faizanè per raccogliere le sue sensazioni dopo il secondo posto sul traguardo di Caracalla. (stesso risultato ottenuto da Mario Cipollini nel 1988, Jaroslav Popovych nel 2001 e per ben tre volte consecutive da Michael Matthews, solo per fare alcuni nomi, ndr).
«Ero al debutto sulle strade di casa – racconta Martin – Avevo molte motivazioni anche perché lo scorso anno non ho potuto partecipare al Gran Premio Liberazione a causa del Covid. L’emozione si è fatta sentire subito al ritrovo: ho firmato molti autografi e fatto molte foto, è stato bellissimo sentire tutto l’affetto degli amici e dei parenti che sono venuti a tifare per me».
Poi la gara. «Ho cercato di correre al meglio delle mie possibilità e ci sono riuscito, la gamba gira bene da un po’ e speravo di vincere ma il tedesco Uhlig lunedì è stato più forte e si merita i complimenti», ammette Marcellusi.Sul traguardo il pugno battuto più volte sul manubrio ha reso evidente la comprensibile delusione che il giovane romano non nasconde; al tempo stesso Martin si dice soddisfatto di essere salito sul podio in una gara prestigiosa ed iconica come il Gran Premio Liberazione.
Per il talentuoso millennial della Bardiani – CSF - Faizanè, già vittorioso nel Trofeo Piva, piazzato a San Vendemmiano, a Porec e protagonista alla Milano – Torino 2022 è tempo di pensare ai prossimi impegni: «Mi aspetta la Carpatian Couriers Race, una corsa a tappe che partirà da Budapest il 29 aprile».
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