Essere campioni nello sport non vuol dire solo vincere titoli ma anche esempi di educazione e di rispetto per le nuove generazioni senza mai dimenticare le proprie origini. Caratteristiche che contraddistinguono uno degli atleti più apprezzati come il velocista campione olimpico e primatista mondiale a Tokyo e iridato a Roubaix dell'Inseguimento-squadre ma anche tricolore del Derny, del Madison e dell'Omnium, Francesco Lamon.
La sua famiglia, che risiede a Zianigo, è originaria di Santa Maria di Sala. L'azzurro, rientrato dal ritiro della nazionale a Gran Canaria (Spagna), ha espresso la volontà di raggiungere la città salese per onorare la Memoria di quelli che sono stati i suoi campioni di riferimento. Lo ha fatto nei giorni scorsi insieme al Sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, i genitori Martina e Giuseppe, i nonni Caterina e Attilio (ex commissario di gara della Federazione Ciclistica Italiana), la fidanzata Sara e tanti suoi sostenitori tra i quali Italo Bevilacqua (tra i primi ad avviarlo alla pista), Bruno Carraro, Luciano Martellozzo e Fiorenzo Andreatta, recandosi nei Cimiteri di Sant'Angelo e di Caselle per deporre fiori sulle tombe dove riposano i campioni che hanno fatto la storia del ciclismo, Toni Bevilacqua, Mario Vallotto, il suo maestro, Attilio Benfatto e la giovanissima Chiara Pierobon.
Lamon, in una giornata fredda e di pioggia, è apparso emozionato ed è sempre stato in raccoglimento davanti alle loro lapidi fino a quando i tifosi hanno dedicato gli applausi. La cerimonia è proseguita poi nel Municipio di Santa Maria di Sala dove Francesco ha ricevuto da Fragomeni i riconoscimenti dell'Amministrazione Comunale per le sue imprese mostrando la medaglia olimpica e la maglia speciale realizzata dalla Federazione per l'evento di Tokyo. Casacca che ha autografato e inserito nella bacheca sistemata nel Comune che raccoglie reperti e immagini che raccontano la storia dei campioni di ciclismo della città. Maglietta che Francesco ha sistemato accanto a quelle dei mitici Bevilacqua e Vallotto.
"E' con tanto onore che l'Amministrazione Comunale attendeva questo momento - ha sottolineato Fragomeni - e Santa Maria di Sala è molto grata perché il tuo successo è stato di tutti e un grande orgoglio per la comunità. Quando hai vinto l'oro a Tokyo la prima telefonata che ricevetti fu quella di Bruno Carraro che mi disse 'sto piangendo nel vedere l'impresa di Francesco e sto pensando a suo nonno Attilio'. Sono imprese che rimangono nella storia, nella mente e nella coscienza collettiva. Volevamo ringraziarti per il lustro che hai portato ai territori di Mirano e di Santa Maria di Sala. Ti festeggiamo per come lo hai fatto; per l'umiltà che hai ed è di esempio per i giovani tenendo presente che il ciclismo è sport sociale, di vita perché aiuta a rispettare gli altri e le regole che sono valori. Credo di interpretare il pensiero del Comune per dirti grazie per tutto quello che hai fatto". Lamon è stato premiato con una targa speciale ed una preziosa pergamena di Villa Farsetti.
"Quello di voler visitare le tombe dei campioni - ha raccontato Lamon - era un desiderio che avevo da tempo. Stare davanti a quella di Benfatto, che mi ha inserito nel mondo del ciclismo e mi ha visto crescere, è stato molto emozionante. Purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere Vallotto e Bevilacqua che hanno fatto la storia del territorio. Sono sulla scia dei loro successi perché 61 anni dopo quello che hanno fatto mi rivedo in loro. Ci tenevo a fare questo piccolo gesto di riconoscenza per i campioni. Nel mio piccolo desidero donare al Comune la maglia celebrativa dei Giochi Olimpici. Un semplice pensiero per dirvi grazie". Il corridore è poi ripartito per la Sicilia per partecipare con la nazionale al collegiale su pista prima di far rientro per la meritatissima parata dei campioni denominata "Giro d'Onore 2021".
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