Quello che sta trascorrendo Silvia Zanardi è un inverno un po’ alternativo, fatto di valige, bici da montare e velodromi. La giovane piacentina è infatti una dei tre azzurri, insieme a Miriam Vece e Michele Scartezzini, ad essere stata invitata alla nuova UCI Track Champions League, giunta ormai al giro di boa. Dopo la prova inaugurale a Maiorca, i 72 atleti hanno partecipato all’evento di Panevézys, in Lituania, lo scorso weekend, e ora si apprestano al doppio appuntamento di Londra, al LeeValley VeloPark (3-4 dicembre).
Le 36 ragazze sono divise in due gruppi; c’è chi si misura nelle prove di velocità, Sprint e Keirin, e chi nell’endurance, con l’Eliminazione e lo Scratch, come Zanardi, che oggi è arrivata a Londra. Con il velodromo di Montichiari chiuso, Silvia si sta allenando solo su strada: «Di fatto è come se stessi facendo gli allenamenti della preparazione invernale inframezzati da questi eventi di Champions League – racconta a tuttobiciweb -. Certo, faccio alcuni esercizi specifici utili alla pista, per il ritmo, potenza, palestra ecc., ma nel complesso non è così differente da quanto facevo di solito. Comincia a fare freddo, ma finché c'è il sole non è un problema, è quando cala la nebbia che è sicuramente meno piacevole. Non sono ovviamente al top della forma, non mi sono preparata come fosse un Mondiale o un Europeo, però questa Champions League è un buon modo per tenersi tonici in vista del prossimo anno. Vacanze? Non ne sento il bisogno. C’è chi ha bisogno di staccare, di non toccare la bici per ritrovare motivazioni o altro. Io no. Sono stata a casa una settimana dopo il Mondiale e comunque uscivo in bicicletta».
L’atleta del team BePink si è ben comportata nell’evento lituano, chiudendo terza l’Eliminazione. In classifica generale, al momento, è in settima posizione: «Nel primo evento di Maiorca le avversarie mi sembravano di un altro pianeta, mentre già dalla seconda in Lituania sono riuscita a prendere meglio le misure – continua la campionessa europea U23 sia su pista che su strada -. Devo ammettere che lo Scratch non mi piace proprio. Posso dirlo? Mi fa schifo proprio (ride, ndr). È noiosa e un terno al lotto, o aspetti la volata o hai la fortuna di azzeccare l'azione giusta. Rapporto agile se vuoi provare ad attaccare da "lontano" e più duro se aspetti la volata. Chiaro che dovrò trovare un modo per farmelo piacere. Lo scenario ideale per me sarebbe inserirmi in gruppetto, ma poi quando sono lì sono sempre un po' timorosa e finisco con l'attendere lo sprint, in cui sono sì veloce ma non abbastanza da competere con le migliori. Su strada, dopo 140 km, posso dire la mia in una volata di gruppo, ma nello Scratch sono tutte fresche dopo appena 20 giri. A Londra ci saranno due appuntamenti, quindi magari testerò due tattiche diverse, vedremo. L'Eliminazione mi piace molto di più, ma in generale le specialità a me più adatte sono la corsa a punti e l'inseguimento, ma ovviamente in Champions League non ci sono».
L’UCI Track Champions League è nata per avvicinare i tifosi alla pista, con gare brevi e intense, racchiuse in poco più di due ore di evento. «Capisco benissimo la logica degli organizzatori, rendere tutto più compresso e breve in modo da intrattenere maggiormente lo spettatore. Credo che dal punto di vista televisivo possa senz'altro funzionare. Io, per esempio, mi sono riguardata le gare in TV per avere un’altra prospettiva della manifestazione. Da appassionata e studiosa di grafica devo dire che è veramente affascinante, con luci e giochi di colori che sicuramente attraggono molto rispetto ad un evento standard. Sul lato tecnico, invece, devo dire che noi atlete endurance avremmo preferito gare più lunghe, considerate le nostre caratteristiche. Lo Scratch, invece, che è già corto di suo, è stato ulteriormente accorciato. Gli sprinter, dall'altro lato, non sono abituati a fare così tante volate in un arco di tempo così breve. Insomma, è un format nuovo a cui tutti dobbiamo un po' abituarci». Per incontrare totalmente i gusti di Silvia, quindi, ci vorrebbe un cambio di specialità: «Sarebbe bello, ma dubito sarà così, proprio per il discorso della compattezza dell'evento. Una corsa a punti, ad esempio, sarebbe troppo lunga, oltre che di difficile comprensione per chi si avvicina per la prima volta a questa disciplina».
La cosa più singolare è che gli atleti hanno ricevuto inviti ad hoc dall’organizzazione, senza quindi essere vincolati a squadre o Nazionali. Proprio per questo, devono arrangiarsi praticamente in tutto, compreso il montaggio della bicicletta: «Ci sono lati positivi e negativi – spiega ancora la piacentina -. Ho imparato tanto, perché prima di questi eventi non mi ero mai montata la bicicletta da sola. In ogni pista ci sono un paio di meccanici a disposizione di tutti gli atleti; io mi sono fatta dare una mano nel primo evento a Maiorca, mentre già in Lituania ho fatto tutto da sola e non me la sono neanche fatta controllare. A Londra ci sarà anche Walter Zini, team manager della BePink, che viene a vedere la gara, quindi magari mi darà una mano anche lui. Almeno spero (ride, ndr)». La maglia utilizzata richiama i colori dell’Italia, ma lo sponsor è a scelta dell’atleta. Nel caso di Silvia, ovviamente, è quello della sua squadra, BePink.
Discovery Sports promuove la prima edizione dell'UCI Track Champions League, in diretta integrale su Eurosport 1 e discovery+ venerdì 3 e sabato 4 dicembre alle 19:30 dal velodromo olimpico di Londra. Silvia Zanardi è pronta ad essere nuovamente tra le protagoniste.
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