L’atletica leggera è sugli scudi per due imprese dorate all’Olimpiade di Tokyo. L’Italia ha vinto l’oro nei 100 metri piani grazie a Marcell Jacobs, cresciuto socialmente e culturalmente sul Lago di Garda. Notare: il ragazzo con mamma bresciana e babbo statunitense è il primo azzurro sul podio di una specialità storicamente dominata da velocisti di America del nord e America centrale. L’altra medaglia d’oro azzurra a Tokyo se l’è aggiudicata Gianmarco Tamberi nel salto in alto. Onore agli azzurri dell’atletica leggera per i due ori centrati in 11 minuti. Jacobs nella gara che rappresenta l’aristocrazia dell’atletica leggera ha compiuto un’impresa dai contorni superiori a quella degli azzurri di Roberto Mancini vincitori dell’Europeo di calcio.
Dal punto di vista squisitamente numerico il ciclismo azzurro su pista ha fatto anche meglio: due medaglie d’oro e una di bronzo vinte in pochi minuti all’Olimpiade di Roma 1960. E’ accaduto nella serata del 29 agosto 1960 al velodromo dell’Eur. Poco prima delle ore 20 sono iniziate le finali della velocità. Nella prima prova di finale per la medaglia di bronzo Valentino Gasparella ha battuto l’australiano Ronald Baensch, mentre in quella per l’oro Sante Gaiardoni ha prevalso sul belga Leo Sterckx. Sono poi andati in pista i quartetti dell’inseguimento a squadre e nella finale per il bronzo l’Unione Sovietica ha sfidato la Francia. Le maglie rosse (il body non esisteva ancora) della Russia con 4’34” 05 sui 4000 metri si assicurarono il bronzo, e la Francia chiuse con 4’35”72. Subito dopo Arienti, Testa, Vallotto Vigna regalarono all’Italia l’oro con 4’30” 90 contro i 4’35”78 di Kohler, Groning, Klieme, Barblen (Germania). L’Italia esulta, Campioni olimpici. Non c’è nemmeno il tempo per applaudire Arienti-Testa-Vigna-Vallotto (una filastrocca) che Valentino Gasparella si aggiudica la seconda prova della finale per il terzo posto nella velocità contro Baensch. Gasparella è medaglia di bronzo nella velocità. Per Valentino sono baci e abbracci. E per Sante Gaiardoni è medaglia d’oro: seconda prova di finale vinta, 2 – 0 nei confronti di Sterckx. Dall’oro del quartetto all’oro di Gaiardoni sono trascorsi pochi minuti, quasi una gioia illimitata in apnea. E attorno alle 20,30 l’Inno di Mameli suona due volte alle cerimonie protocollari nel velodromo dell’Eur.
Ribadiamo: i due ori dell’atletica leggera conquistati dall’Italia l’uno agosto 2021 hanno un valore storico immenso. “Storico”, poiché si va oltre i confini dello sport, soprattutto per l’oro nei 100 metri piani che fino a qualche settimana fa l’Italia poteva solo sognare. Ma dal punto di vista numerico o cronometrico il ciclismo ha fatto anche meglio. Roma 1960 ha rappresentato l’eldorado azzurro del ciclismo su pista e strada, con l’oro nella 100 chilometri cronosquadre di Bailetti, Cogliati, Trapè e Fornoni, le due vittorie di Gaiardoni in velocità e chilometro da fermo, l’ennesimo oro nella velocità tandem ( Beghetto – Bianchetto, paradigma – principe di quando si rievoca il tandem ) . Nella corsa su strada trionfò il sovietico Viktor Kapitonov e Livio Trapè conquistò l’argento.
A Roma l’Italia ’60 ha conquistato 5 medaglie d’oro e una d’argento. Se ci fossero state tutte le specialità di adesso quante altre medaglie avrebbero conquistato gli azzurri?
Oggi è il due agosto, doverosamente rendiamo omaggio a Fabio Casartelli che esattamente 29 anni fa, all’Olimpiade di Barcellona 1992, ha vinto la prova su strada. Quella del comasco di Albese è stata la vittoria di un grade finisseur, archetipo delle classiche in linea. In quell’edizione dei Giochi l’Italia schierò Fabio Casartelli della Domus ’87, Davide Rebellin tesserato nella Mg Boys e Mirko Gualdi della Zalf-Fior. L’Italia del ct Giosuè Zenoni poteva schierare un massimo di tre atleti e Michele Bartoli era stato il grande escluso.
Casartelli vinse con 1” sull’olandese Erik Dekker e 3” sul lettone Dainis Ozols. Barcellona 1992 è un’edizione speciale per il ciclismo: si tratta dell’ultima Olimpiade con i dilettanti di scena nella gara su strada. E sono in molti a rimpiangere l’epoca in cui l’Olimpiade era la vera vetrina per dilettanti, le forze nuove del ciclismo. Dal 18 luglio 1995 Casartelli è lassù: gli mandiamo un saluto speciale, lui è sempre nei nostri cuori.