Primoz ROGLIC. 12. Senza parole. Semplicemente superlativo e immenso. Nella crono di oggi fa quello che vuole e come vuole, partecipando di fatto ad una gara tutta sua, davvero contro sé stesso, nel senso che per tenerlo a bada o a batterlo avrebbe dovuto esserci un altro Roglic. Si riprende con gli interessi quello che aveva lasciato un anno fa nell’ultima crono a La Planche des Belles Filles, al Tour. Lì arrivò logorato dallo stress e dalla fatica: forse da una paura di vincere, se non di perdere. Oggi vola leggero come un’aquila reale: fa semplicemente paura. Nota a margine – ma neanche tanto – sul fenomeno Slovenia. Alzi la mano chi avendo un solo posto a disposizione, avrebbe puntato tutto sul Roglic acciaccato e ridimensionato dal Tour? Chi avendo Pogacar non gli avrebbe fatto fare anche la prova a cronometro? Andrej Hauptman sceglie il bimbo per la prova in linea (bronzo) e mette Primoz per la crono (oro). E dire che oltre ad avere dei talenti (non solo nel ciclismo) sono pure bravi no?
P.S. I medagliati sono tutti atleti che hanno preparato esclusivamente la crono.
Tom DUMOULIN. 10. Vince un’altra gara, quella degli umani, mettendo in scena una crono di altissimo livello, dopo mesi maledettamente complicati e difficili. Parte forte e arriva fortissimo, peccato che ce ne fosse uno che nemmeno è stato visto passare.
Rohan DENNIS. 9. Perde l’argento per tre secondi, ma torna ai suoi livelli d’eccellenza, mettendo in scena una crono che per molti non era poi così scontata.
Stefan KÜNG. 8. Il campione d’Europa conferma in mondovisione di essere un uomo che con il tempo ci sa fare, anche se a livello planetario non è ancora il suo tempo.
Filippo GANNA. 8. Lo si era detto e lo si era ripetuto all’infinito: su un percorso così duro era difficilissimo arrivare a medaglia, e il campione del mondo l’ha persa per 2 dannatissimi secondi. Processi? Io processerei chi vorrebbe farglieli.
Wout VAN AERT. 5. Per i tecnici e non solo per loro, era il grande favorito. Su un percorso così, dopo un Tour chiuso alla grande come l’ha chiuso Wout era data quasi per certa una medaglia. Ma nello sport, così come nel ciclismo, di certo c’è solo l’imponderabilità della vita.
Kasper ASGREEN. 6,5. Porta a casa un onorevole 7° posto, anche grazie a Roglic che lo prende e poi – tra un passarsi è un ripassarsi – “usa” lo sloveno come punto d’appoggio.
Rigoberto URAN. 7. Il colombiano vince la gara olimpica di classe 3 (la prima è quella di Roglic, alla quale ha partecipato solo lui; la seconda è quella di Dumoulin & C.). Va forte Rigo, ma anche lui non può immaginare che di lì a poco si scatenerà l’inferno.
Remco EVENEPOEL. 5. Dieci giorni per ambientarsi, una gara in linea come Roglic per rifinire la preparazione: mi aspettavo molto di più da questo ragazzo che forse ha anche sbagliato i rapporti (ha usato il 52), troppo leggeri.
Alberto BETTIOL. 6. Sfiora la top ten, lasciando per strada poco più di un minuto rispetto a Pippo. Fa una figura più che buona.
Remì CAVAGNA. 5. Era uno delle possibili “sorprese”, sorprende per la sua giornata chiaramente no.