Nella storia del ciclismo un solo corridore è riuscito a vincere nella stessa stagione Giro d’Italia dilettanti e Tour de France “baby”: Gianbattista Baronchelli, classe 1953, bergamasco di Arzago d’Adda. Gibi Baronchelli si è aggiudicato Giro dilettanti e Tour de l’Avenir nel 1973. Ci è riuscito nell’arco di 45 giorni. “Sono il più grande dilettante della storia”, esclama orgogliosamente il passista scalatore nativo della provincia di Mantova. “Nella mia seconda stagione tra i dilettanti di prima e seconda serie – prosegue Gibi, che da professionista, tra il 1974 e l’ottantanove ha collezionato 93 successi compresi due Giri di Lombardia, un Gran Premio di Francoforte, sei Giri dell’Appennino – avevo come avversari corridori di Paesi dell’Est molto forti, alla soglia dei trent’anni. Il loro professionismo erano le gare internazionali per dilettanti”.
Il Giro d’Italia dilettanti ’73 partì ad Arezzo e terminò a Ferrara. Gianbattista Baronchelli, tesserato per la Iclas di Cinisello Balsamo, pedalava su bici Colnago ed era nella squadra “Lombardia A” col fratello Gaetano, Serge Parsani, Gianfranco Foresti e altri giovani molto quotati. Baronchelli trionfò nella tappa con arrivo al Nevegal, la montagna che sovrasta Belluno, spegnando le velleità del laziale Martella e altri avversari. Baronchelli concluse il Giro in trionfo con la maglia verde: era quello il simbolo del primato in classifica generale a tempo. Sulla maglia c’erano i loghi del main sponsor Sanson, azienda produttrice di gelati già nota alle platee ciclistiche, e di “Stadio”, quotidiano sportivo con sede a Bologna (negli anni successivi assorbito dal Corriere dello Sport ). Un marchio dell’editoria sportiva era dunque supporto dell’ organizzazione per cui al Giro dilettanti la maglia da leader poteva essere di tutti i colori tranne il rosa, istituzionalmente del Giro professionisti griffato La Gazzetta dello Sport.
Dopo il trionfo al Giro baby il bergamasco del team Iclas andò a vincere alla Melzo – Oltre il Colle e ad una classica in provincia di Brescia. “Sono le uniche corse che ho disputato tra Giro e Tour”, specifica Gibi. Il Tour de l’Avenir 1973 si svolse nelle ultime due settimane del Tour dei professionisti. Il percorso delle tappe professionistiche negli ultimi 130 – 160 chilometri coincideva con quelle del Tour de l’Avenir. Gibi era il capitano della Nazionale italiana assemblata dal commissario tecnico Mario Ricci. C’erano sempre Gaetano Baronchelli, Parsani e altri scudieri a supporto del Tista. Nei primi due giorni l’Italia lasciò sfogare olandesi, austriaci e corridori dell’Est. Poi dal terzo giorno Gibi cominciò ad attaccare. “Ho vinto la quarta tappa, sui Pirenei, e da lì ho corso da leader in classifica”.
I tifosi italiani cominciarono a sognare: prima del 1973 il Tour de l’Avenir l’avevano vinto De Rosso, Mino Denti e Gimondi. Soprattutto l’accostamento con Gimondi, altro bergamasco, primo al Giro di Francia dilettanti 1964, era di buon auspicio. Dopo il successo di tappa ci fu per Tista un secondo posto, battuto dallo spagnolo Nazabal, comunque con incremento del vantaggio in classifica generale nei confronti di Steynmair e altri pericolosi avversari. “Ero leader di tutte le 4 classifiche - sottolinea Baronchelli - e probabilmente avrei stabilito un record storico. Mai nessuno era riuscito a vincere al Tour dilettanti, oltre alla maglia gialla, quelle della classifica a punti, Gran Premio della Montagna e combinata”.
Purtroppo le streghe ci misero lo zampino: nella tappa con arrivo a Bordeaux, a 7 giorni della conclusione, il corridore di Arzago d’Adda cadde danneggiando il ginocchio destro. “Avevo un taglio profondo al ginocchio – spiega la maglia gialla ’73 – e il medico del Tour de France addirittura mi consigliò di abbandonare la gara. Non mi andò bene la sua proposta e decisi di continuare con la gamba destra bendata”. Il massaggiatore Isaia Steffano fece i miracoli per lenire il dolore a Baronchelli. “Seppur soffrendo – aggiunge Gibi – negli ultimi giorni sono riuscito a mantenere la leadership nella classifica generale senza perdere secondi. Steynmair, Bourreau, Martinez e altri avversari molto forti andarono spesso all’attacco senza distanziarmi. Sono arrivato al Parco dei Principi di Parigi col medesimo vantaggio della settimana precedente. Tutte le altre graduatorie le ho perse. Però a Parigi la maglia gialla era ancora mia, ed è ciò che contava”.
Baronchelli venne festeggiato con Luis Ocana, dominatore del Tour de France professionisti.”Un’emozione grandissima”. Terminati i festeggiamenti nella capitale francese, Tista tornò ad Arzago. “La ferita al ginocchio era in condizioni gravi”. Gibi fu costretto a saltare il Campionato del Mondo al Montjuich (Spagna). “Potevo vincerlo, era adattissimo a me. Infatti il Mondiale professionisti lo vinse Gimondi. C’erano svariate analogie tecniche tra me e Felice”. In effetti al Mondiale dilettanti 1973 il migliore degli italiani fu Gaetano Baronchelli. Gibi era più forte di “Tano”: le possibilità di aggiungere la maglia iridata a quella verde del Giro baby e gialla del Tour dilettanti erano concrete. Baronchelli riprese a gareggiare a fine settembre vincendo una corsa. E nel gennaio 1974 diventò professionista in maglia Scic.