E’ un animale mitologico del 2021. In testa c’è una donna in bicicletta, i capelli biondi che svolazzano sotto il casco, in coda c’è un uomo su una cargo bike elettrica, gli occhiali da vista che sembrano più pistole laser che fari accesi, il corpo ha una lunghezza variabile ed elastica, un movimento sinuoso e pedalante, uno spirito talentuoso e sorridente. Si chiama bicibuSauro: finora è apparso sette volte nel cuore di Genova, la mattina prima delle otto, e dev’essere prezioso se è scortato, protetto, custodito da due vigili in moto mentre si sposta con prudenza, orgoglio e anche una certa solennità da piazza Paolo da Novi fino a corso Italia, destinazione la scuola elementare – pardon, primaria – Nazario Sauro.
Bici, per bicicletta; bus, per gruppo, fila, carovana; Sauro, per la scuola Nazario Sauro. C’ero anch’io, ieri mattina. Per irrobustire il bicibusauro, per scoprirlo, osservarlo, studiarlo, e per scriverne. Sveglia ore sei e trenta, partenza da casa ore sette, arrivo a piazza Paolo da Novi ore sette e quarantacinque, lì il bicibusauro prende forma, assume aspetto, acquista occhi e voce, poi comincia quella che è una processione ma anche una missione, rigorosamente in fila indiana, disciplinatamente sulle corsie ciclabili, rispettosamente ai semafori e alle precedenze. Automobilisti e motociclisti imparano a conciliare, condividere, aspettare e non pretendere. Pedoni e passanti indicano, riconoscono, si sorprendono, si stupiscono. Alla prima stazione il bicibuSauro s’ingrossa (foto-ricordo per Eleonora Mele, testimone una settimana fa, impegnata ai Mondiali paralimpici) e si allunga finché, davanti alla scuola, si smonta e si scioglie.
La donna in testa, Ica Arkel, è trascinante: scruta, guida, dirige. L’uomo in coda, Federico Re, è inesauribile: contiene, timona, gestisce. Rodrigo Carapaz Brito, videomaker, pedala filmando, documentando, registrando. C’è anche Lucas Vega, genovese d’Argentina, azzurro della Bmx, una minuscola cinepresa sul casco, felice di poter fare gruppo e spogliatoio. E poi genitori e amici, sostenitori e fiancheggiatori, chi trasmette un videomessaggio di incoraggiamento di Davide Cassani supervisore delle squadre nazionali di ciclismo, chi annuncia che la prossima volta ci sarà anche Matteo Trentin, chi torna a casa, chi prosegue in ufficio, chi si ferma per un caffè. E’ giornata di vento e mare. Genova, gialla, sta ricominciando a ritrovare orari e rituali normali. E nella normalità vorrebbe essere considerato anche il bicibusauro: una carovana a due ruote, in cerca di rispetto e sicurezza, finché la straordinarietà diventi abitudine, e l’attenzione si trasformi in coscienza.
Alle nove riprendo la strada di casa. Pedalo leggero fra nuvole di traffico e folate di focaccia. Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta – diceva lo scrittore britannico Herbert George Wells –, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza. Ogni volta che vedo un bambino in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora futuro.
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