È stata una due giorni di Pasqua in chiaroscuro per i colori della giovane Italia. Se al Trofeo Piva il Tricolore è stato ben presente nelle prime posizioni, con ben sette italiani in Top 10, non si può dire lo stesso del Giro del Belvedere, in cui il miglior piazzamento è stato l’ottavo posto di Andrea Pietrobon (CTF). Ad assistere attentamente al doppio impegno internazionale c’era ovviamente il CT dell’Italia U23 Marino Amadori, che riconosce che se per quanto visto a Pasqua c’è da sorridere, quanto visto a Pasquetta è la conferma che c’è da lavorare.
Il Commissario Tecnico romagnolo cerca comunque di trovare i lati positivi anche dalla giornata di lunedì: «Al Belvedere abbiamo fatto un po' più fatica rispetto al Trofeo Piva, anche se sull'ultimo GPM di Montaner è transitato per secondo Lorenzo Ginestra della Aran Cucine Vejus, che è un ragazzo che in salita sta crescendo molto e ha delle potenzialità, ma che purtroppo negli ultimi mesi ha corso molto poco - ammette Amadori -. Domenica invece siamo andati molto bene, con tanti italiani nel vivo dell'azione. Da sottolineare il secondo posto di Luca Colnaghi (UC Trevigiani Campana Imballaggi, ndr) che è un ragazzo dalle grandissime potenzialità, che non si discute, e che sappiamo sarebbe potuto essere tra i professionisti a quest'ora. Speriamo per lui che possa continuare su questa strada, che possa raccogliere qualche bel risultato e riprendersi ciò che si era guadagnato».
Ciò che si è notato in queste due gare, tra le più importanti del calendario U23 internazionale, è lo sviluppo sempre più professionistico della corsa, con una fuga della prima ora formata da pochi corridori – due, sia al Piva che al Belvedere – e le squadre più attrezzate che controllano la situazione fin dalle prime battute. «Queste corse ormai hanno un canovaccio molto simile a quello dei professionisti, con le squadre più forti, di solito quelle satellite del WorldTour, che guidano il gruppo per gran parte della giornata. E penso che vedremo sempre di più gare di questo tipo». Questa è la conferma che, ormai, nella categoria U23 ci sono già molti corridori con gambe e mentalità da professionisti, a partire dal dominatore delle due gare, lo spagnolo Juan Ayuso, che a 18 anni ha già dimostrato di avere il motore di un pro d’alto rango. «Ayuso è fuori categoria al momento. Lo avevamo visto alla Settimana Coppi & Bartali e in questi due giorni si è definitivamente rivelato al mondo» ammette ancora Amadori.
Nel complesso, però, quali sono le indicazioni tratte da Trofeo Piva e Giro del Belvedere per i colori azzurri? «Quest'anno sono passati professionisti molti primi anni, come Antonio Tiberi, Andrea Piccolo e tanti altri, e per questo il vivaio un po' ne risente. Però credo che nel complesso abbiamo un bel gruppo di corridori con potenzialità. C'è da lavorare, non lo nascondo, ma sono convinto che col supporto dei ragazzi e delle varie società ci faremo trovare pronti alla Coppa delle Nazioni e poi ad Europeo e Mondiale» conclude Amadori.
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