Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti. È chiaro che Platone era un tipino acuto, illuminato che la sapeva lunga, e che è praticamente impossibile anche ai giorni nostri accontentare tutti, ma questa volta c’è qualcosa che non va, che mi lascia basito. Non è mai bello parlare di questo e di quello, quando questo e quello sono comunque amici, persone che da anni frequento e conosco, ma non posso esimermi dal farlo.
Ognuno a casa propria invita chi vuole e lo fa come vuole, ma qui si parla di sport, di organici, di squadre e progetti. Di serietà societaria, solidità economica e storicità sportiva. Se avessero invitato la Gazprom non c’era da proferire una sola parola: è una Professional di alto profilo, con Zakarin e Kreuziger dei quali conosciamo tutto. Della Bardiani Csf idem come sopra, visti anche gli acquisti di Giovanni Visconti e Enrico Battaglin. Del progetto più che ambizioso di Eolo, che ha tutto per diventare nei prossimi anni la squadra di riferimento del ciclismo italiano che dire? È lì da vedere lo spessore dello sponsor e le attenzioni progettuali di Ivan Basso e Alberto Contador. Quindi? Quindi il problema è dato dalla scelta di Vini Zabù rispetto alla Androni. Questo ha il sapore acre della beffa.
Nel Giro che parte dal Piemonte viene esclusa la squadra piemontese di Gianni Savio. Nel Giro che vedrà tra i grandi protagonisti Egan Bernal, non ci sarà la squadra che questo talento ha cresciuto e portato al professionismo solo qualche stagione fa. Mancherà la squadra italiana che forse negli ultimi anni ha fornito più corridori al World Tour. La formazione che solo lo scorso mese di ottobre si è distinta sulle strade del Giro e a Milano è salita sul podio finale due volte per ritirare il premio di due classifiche (ma valgono qualcosa o è solo folklore?). Insomma, la Androni Giocattoli messa in un angolo per preferirgli, con tutto il rispetto, una formazione che è chiaramente la più gracile di tutte. Chiaro che Angelo Citracca e Luca Scinto non saranno mai d’accordo con il sottoscritto e non la prenderanno bene, ma delle mie parole se ne faranno serenamente un baffo.
Loro correranno il Giro d’Italia, che è poi quello che conta. Anzi, l’unica cosa che conta. Ma sanno anche che ho un difetto: dico quello che penso. E oggi penso che siamo di fronte anche ad un incredibile e per certi versi esilarante paradosso: la Rcs Sport chiede giustamente progetti qualificati, ambiziosi e a lungo termine – modello Eolo per intenderci – e poi invita la Vini Zabù di Angelo Citracca. Che dire? A questo punto non ho più dubbi: Angelo Citracca se non è Draghi è chiaramente un drago. È il più capace, immenso e autorevole dei manager italiani: non è necessario progettare proprio nulla. Non solo non è richiesto, non serve proprio.
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