
Nella giornata in cui il Giro d'Italia è tornato a Madonna di Campiglio, Mario Cipollini è intervenuto a “Sulle strade del Giro”, la trasmissione di Radio 1 Rai dedicata alle fasi finali della tappa della corsa rosa.
Il campione lucchese – che diciotto anni fa conquistava a Zolder il titolo iridato – è intervenuto anche per ricordare Marco Pantani che proprio a Madonna di Campiglio nel 1999 visse il vero spartiacque non solo della sua carriera, ma della sua vita.
“Era un uomo che il paese Italia avrebbe dovuto proteggere meglio. Quando sette procure indagano su un ciclista, mi viene veramente la pelle d’oca. Non so se Marco sia stato lasciato solo, ma so che la politica sportiva si sarebbe dovuta svegliare e aiutarlo per proteggerlo. Il ciclismo è uno sport a doppia velocità: il pubblico ci sostiene ed è la strada che ci rende grandi, ma ci sono delle debolezze e delle lacune che non dovrebbero essere di quest’entità per una disciplina di tale livello. Se noi pensiamo che la vita di Marco Pantani è legata a una provetta portata via senza alcuna garanzia, questo fa capire quanto il ciclismo sia debole e poco organizzato”.