Al termine della rassegna iridata, che ha visto il nostro Paese al centro dell'attenzione sportiva mondiale, non solo per quanto riguarda il ciclismo, il numero uno della FCI ha stilato un breve bilancio.
"Credo che il termine usato dal presidente del CIO Thomas Bach, che ci ha onorato della sua presenza in questo fine settimana, sia il più appropriato per descrivere questi Mondiali di Imola: “Un miracolo olimpico”.
E ancora: "Sono stati dei Mondiali straordinari. Prima di tutto per l’organizzazione, direi perfetta, in grado di assicurare sicurezza, rispetto dei protocolli e delle disposizioni sanitarie e al contempo di regalare un’autentica e partecipata festa di sport. Sono stati straordinari perché, grazie agli Enti locali coinvolti e alla regione Emilia Romagna, hanno offerto un’immagine pulita e vincente del nostro Paese. Le immagini internazionali ci hanno permesso di conoscere meglio, e apprezzare, un territorio ricco di eccellenze enogastronomiche e bellezze storico artistiche. La determinazione del presidente Stefano Bonaccini nell’investire in grandi eventi di ciclismo è una risorsa e uno stimolo per tutto il nostro movimento.
Mondiali straordinari dicevo, perché, come ricordato anche dal premier Giusppe Conte, hanno offerto l’occasione per mostrare la bontà del modello italiano, non solo nell’ambito sportivo. Se pensiamo che solo sei mesi fa eravamo additati come uno dei paesi più pericolosi, oggi siamo diventati tra i più sicuri, in grado di allestire un mondiale fornendo le massime garanzie.
Dal punto di vista tecnico la prova della Nazionale di Davide Cassani oggi, anche se non ci ha visto sul podio, si aggiunge al titolo mondiale di Filippo Ganna e alla medaglia di bronzo di Elisa Longo Borghini: tutti i nostri atleti hanno mostrato ancora una volta il loro attaccamento alla Maglia Azzurra, trovando in essa gli stimoli per dare sempre il meglio.
Chiudiamo questa edizione con due medaglie, un oro e un bronzo, nel settore maschile e in quello femminile. Medaglie che hanno a nostro avviso un peso specifico superiore perché colti da campioni che trovano le rispettive motivazioni in valori che vanno ben oltre la semplice voglia di successo e rispecchiano un sano modo di intendere lo sport: i nostri valori".