Stagione unica, si spera, quella scattata da poco. Da raccontare e rammentare, certamente da non rimpiangere. Si spera possa essere una buona stagione, con buoni risultati, con belle prestazioni, nonostante si arrivi da un lungo periodo di lockdown. Si torna alla normalità o almeno ci si prova. Si torna in sella per provare a lasciarsi alle spalle tutto il brutto che abbiamo dovuto sopportare in questi mesi di isolamento, sapendo che la partita non è ancora finita, che la sfida non è ancora vinta e che c’è ancora da pedalare. Proviamo a dare colore ad una stagione spenta e cupa, a tratti anche a tinte fosche, non tanto per il presente ma per il futuro incerto. Il gruppo muove le prime pedalate convinto che tutta la stagione possa essere un unicum da conservare gelosamente nel proprio cuore.
BUONA NOTTE. Di questo anno maledetto, perché non possiamo certamente definirlo in altro modo, è bene ricordare adesso che si va ad incominciare che i cattivoni e prepotenti non sono stati i francesi, non sono stati quelli del Tour, non sono stati nemmeno quelli dell’Uci che hanno ordito giochi e giochini. Noi, che questa storia abbiamo seguito con attenzione in tutti questi mesi e ne abbiamo reso conto a voi tutti passo dopo passo, sappiamo che non è così. Scientemente gli amici di Rcs Sport hanno atteso che fosse il Tour a fare la prima mossa, l’abbiamo scritto il 4 aprile scorso: in via Rizzoli aspettavano che a porre il primo tassello fossero i nostri cuginetti. E loro, chiamati a farlo, hanno scelto fine agosto, forse il periodo migliore, visto che ad ottobre, con tutte le Cassandre che circolano sembra non essere proprio il periodo più indicato, visto che per molti virologi in quel periodo potrebbe tornare una seconda ondata di Covid. I francesi scelgono agosto, noi italiani scegliamo ottobre. Il sospetto è che si sia voluto spostare la notte più in là, con la speranza di un Covid di ritorno e buona notte. Per la serie, avremmo voluto andare in scena ma siamo stati bloccati da eventi più grandi di noi. Fine delle trasmissioni, con buona pace di tutti.
E IO PAGO. Se ne parla poco, ma l’Uci sta tagliando e licenziando a più non posso. Le casse sono vuote, il futuro preoccupa anche il monumentale palazzo del governo mondiale della bicicletta. Si sta cercando di fare necessità virtù e in questo clima di ristrettezze economiche, ci risulta che i giudici che andranno in giro per le corse non rientreranno nei protocolli che dovranno seguire squadre, staff e corridori. Niente bolla, niente tamponi, niente test sierologici, per loro solo una bella e comoda autocertificazione, così l’Uci risparmia. E io pago…
Editoriale da tuttoBICI di agosto