Non tutti i mali vengono per nuocere, recita il vecchio proverbio. Non che il Covid-19 non stia nuocendo, anzi, ma meglio trovare il lato positivo in queste traumatiche situazioni. Fortunatamente, da ogni situazione negativa si può trarre qualche illuminante idea per il futuro, questo è proprio il concetto sviluppato dal Team Galbiati Sport nei 60 giorni di pandemia e restrizioni di ogni tipo.
«Il futuro è sempre da scrivere, in ogni momento - spiega Rossella Galbiati medaglia d'oro al valore atletico e attualmente presidente del team giovanile milanese -. In questo lungo periodo di reclusione ci siamo domandati come sarà il domani dello sport, del ciclismo in particolare che ci sta tanto a cuore. Per quanto riguarda la nostra società ci abbiamo messo poco tempo per rimboccarci le maniche, sfornando tante idee. Stiamo infatti progettando un gemellaggio con giovani atleti dell'Ucraina, la ripresa degli allenamenti in previsione delle gare qualora quest'ultime si possano affrontare, eventuali ritiri pre-gare per tornare a respirare la voglia di fare ciclismo con i nostri ragazzi. Sono tutte proposte concrete e precise, da noi puntualmente documentate».
E ancora: «Da sempre lavoriamo per il bene del ciclismo, dei giovani. Portiamo avanti Educycling (educazione ciclismo) in ambienti difficili, dove emerge soltanto lo spirito del volontariato. Spesso però, questo nostro impegno ci sembra non venga adeguatamente apprezzato o valorizzato dall'amministrazione comunale di Assago. A volte poi ci capita di trovarci in situazioni addirittura paradossali e che ci fanno seriamente dubitare sulla volontà di continuare con il nostro operato per lo sport sul territorio. Al riguardo ci è infatti recentemente capitato di vivere con rammarico l’episodio avvenuto presso la velostazione di Assago - sede della nostra società ciclistica - dove la mia presenza e quella di mio marito Carlo Barlassina ci ha addirittura procurato la contestazione di due verbali di € 280 ciascuno per violazione delle misure anti Covid-19, dal momento che la nostra presenza presso la sede è stata giudicata dagli operanti della Polizia Locale di Assago non consentita o ingiustificata. In realtà in quel preciso momento Carlo ed io stavamo esercitando attività sociale e un intervento di manutenzione urgente della struttura, con tanto di autocertificazione e nel rispetto del lock-down, come tra l'altro impostoci dalla convenzione stipulata a suo tempo con il comune di Assago (vedi articolo 3 del contratto, che prevede una revoca in caso di non si provveda alla normale manutenzione del bene, recando grave pregiudizio alla corretta conservazione del patrimonio immobiliare del comune, ndr) che ci obbliga a mettere ordine, tenere in pulizia e sorvegliare il suddetto immobile. Gli agenti intervenuti hanno invece ritenuto non idonee le nostre valide giustificazioni e ci hanno considerati, a nostro avviso ingiustamente e forse in maniera troppo sommaria, meritevoli della sanzione. Il rammarico è grande, ma abbiamo deciso di non fermarci, perchè la rabbia è un grande stimolo per andare avanti e fare sempre meglio».