Cittadino di Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, Filippo Baroncini ha cominciato con il ciclismo dopo aver tentato con altri sport: «La prima volta che sono salito su una bici avevo 10 anni. Nessuno mi ha mai fatto pressioni, anzi. Ho provato tanti sport: ho giocato a calcio e non andavo male, ma in testa avevo sempre e solo la bicicletta. Ho iniziato per gioco, ora è una professione».
Innanzitutto, Baroncini ha esordito quest'anno correndo, in Francia, l'Etoile de Besseges (terza tappa, 14simo classificato, ndr), il Trofeo Laigueglia, e la Coppa San Geo in cui è arrivato nono. L'anno scorso, alla sua prima annata tra gli Under 23 nella formazione Continental della Beltrami TSA Hopplà, il romagnolo ha forse sofferto un pò il passaggio di categoria, ma si è comunque ritagliato un piccolo spazio di notorietà grazie al secondo posto nella Vicenza-Bionde, dietro al russo Gleb Syritsa, al quarto nel Trofeo città di Brescia e al quinto di Sommacampagna nel Veronese. Ha corso anche il Giro della Valle d'Aosta - «una corsa affascinante, esagerata per la sua durezza, dove conoscere i percorsi è molto importante» - che ha concluso in crescendo, con un quattordicesimo posto nella quinta e ultima tappa di Cervinia, vinta da Andrea Bagioli.
Da Juniores aveva archiviato invece un 2018 esaltante caratterizzato da cinque successi, dal terzo posto nel Campionato Italiano di Loria (sesto in quello a cronometro) e dalla partecipazione in maglia azzurra al Trofeo Centro del Morbihan, Francia. Il suo sogno è la Milano-Sanremo, e naturalmente un contratto da professionista: «l'importante è avere l'occasione giusta e un pò di fortuna. Sono giovane e ho tanto da imparare, ma mi sento forte, sono consapevole dei miei mezzi e non mi demoralizzo mai».
Classe 2000, compleanno in agosto, Baroncini abita con i genitori Carlo (origini siciliane), rappresentante per una ditta di impianti di verniciatura, e Lara che lavora nella azienda agricola di famiglia a Cà di Lugo. Mentre il fratello, Matteo, gioca a calcio nel campionato di Eccellenza con la squadra del Sant'Agata, e ha un negozio di toelettatura. Fidanzato con Alessia, laureanda in Economia, alto 188 centimetri per 75 di peso, Filippo prima di diplomarsi in Ragioneria (indirizzo turistico) all'Istituto Tecnico Commerciale di Ravenna, ha fatto l'alberghiero. Difende i colori della squadra Continental della Beltrami TSA Marchiol diretta da Orlando Maini, Mirko Lorenzetto e Roberto Miodini.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Il numero crescente delle squadre Continental è un bene per tutto il movimento. Ci sono inoltre diversi corridori che hanno un buon futuro, e crescono bene».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 10 anni per la SC Massese, avevo una bici FRW blu».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, in salita non aveva rivali».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Il calcio, sono tifoso dell'Inter».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono permaloso, e testardo».
Il tuo modello di corridore?
«Peter Sagan».
Cosa leggi preferibilmente?
«Tuttò ciò che riguarda l'alimentazione».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Più controlli antidoping nelle categorie giovanili e calmare lo stato di esasperazione».
Piatto preferito?
"«Pizza e lasagne».
La tua attrice o attore preferiti?
«Nessuno in particolare».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Con il gruppo mi trovo bene, scherzo particolarmente con Gregorio Ferri».
Sei religioso?
«No».
Paese preferito?
«In Svizzera, a Lugano per il tenore di vita».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che sono una persona determinata, che vuole fare sempre meglio».
Hobby?
«Cucinare e sciare».
La gara che vorresti vincere?
«Milano-Sanremo».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«No».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Fare bene e dimostrare i miei valori e meritare un contratto da professionista».
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