E’ giunta stamattina dal Marocco una brutta, bruttissima, notizia in questo triste periodo dove – purtroppo – le brutte notizie stra-abbondano a cadenza drammaticamente ravvicinata.
E’ scomparso Paolo Mario Barlassina, già provetto motociclista al Giro d’Italia e alle altre corse rosa fin dai primi anni 1970. Puro monzese di nascita (1° aprile 1945), appassionato in varie forme di motori, auto e moto non fanno differenza, era conosciuto come “el fioeu de burdin”, ossia “il figlio di Burdin”, soprannome che indicava suo papà, titolare di un’autofficina monzese frequentata da appassionati. Infatti, era il papà di Mario un gran sostenitore del pilota automobilistico degli anni ’20, il torinese Pietro Bordino, vincitore a Monza del 2° gran premio d’Italia. E così è stato “ribattezzato” e conosciuto nella cerchia, assai larga, degli appassionati della zona monzese. Era amico dei fratelli Tino e Vittorio Brambilla, piloti di Formula Uno, monzesi come lui, con i quali ha condiviso sfide speciali, amichevoli, goliardiche e ardite, in ambienti anche fuori pista, nate al celebre “Bar dei stupid”, vicino al Sada di Monza, nei pressi della stazione ferroviaria. Pensiamo che il nome del bar non richieda traduzione. Vito Mulazzani ricorda, da testimone diretto, una di queste sfide: Vittorio Brambilla in bicicletta e Mario Barlassina in auto, guidando sempre e solo a marcia indietro, impegnati in una pazza corsa serale da La Madonna del Bosco (partenza) a Monza – traguardo naturalmente al bar di Stupid –. Primo, per distacco, non cronometrato però, Mario Barlassina.
Si era cimentato nelle competizioni in moto ed era entrato nell’ambiente delle corse ciclistiche sulla scia di Vito Mulazzani, con il quale aveva condiviso comuni esperienze motociclistiche anche competitive per il noto veterano Vito.
Mario Paolo Barlassina, per tutti “el Mariett”, come un altro personaggio della carovana rosa, Mario Cislaghi, scomparso lo scorso anno, insieme a un altro amico monzese, Luigi Armando Villa, ha condotto per anni le moto dei componenti di giuria nel gruppo dei motociclisti coordinato, da sempre, dal “Mula”. E tantissimi commissari si sono succeduti come suoi passeggeri e hanno beneficiato della sua esperienza di guida e della sua conoscenza delle dinamiche proprie di gara e dell'ambiente delle due ruote del professionismo.
Alla fine degli anni 1990 è sceso dalla moto e ha condotto e gestito, sempre con perizia particolare, un attempato camper che solo a lui “ubbidiva” dal punto di vista meccanico. Era il mezzo d’accoglienza ai ritrovi di partenza, dove lui disciplinava con sorridente cordialità, capacità, esperienza e battute spiritose la fila, sovente ansiosa, dei richiedenti l’accredito alle indaffarate ragazze del servizio accoglienza preservandole e scremando in anteprima le richieste con capacità persuasiva.
Sapeva trarsi d’impaccio con inventiva indipendenza da qualsiasi situazione d’emergenza.
Era un affabulatore nato, compagnone, intrattenitore che da decenni si divideva fra Monza, quartiere Sant’Albino precisamente dove convengono al “circolino” vari altri suoi amici e frequentatori dell’ambiente corsa e la sua abitazione in Marocco, Agadir precisamente, assiduamente frequentata, terminale dove intratteneva qualche attività mercantile in collegamento con l’Italia.
Aveva lasciato l’attività paraciclistica verso la fine del 2011, quando oramai i suoi capelli erano bianchi, ma non ha mai perso la sua vivacità di parola e d’azione, calzando i suoi sandali francescani, in una miscela che mescolava sempre il vero con il verosimile, in tono bonario, immaginifico e allegro che lo mettevano sempre al centro dell’attenzione, anche divertita e spesso meravigliata, dell’ambiente, monzese o marocchino che fosse.
Ciao Mariett.
Ai famigliari e ai molti amici di Mario Barlassina giungano sentite condoglianze anche da tuttoBICI.
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