E' stato un momento tanto intenso quanto breve, quello vissuto da Leonardo Marchiori nelle uniche gare che si sono potute disputare prima che la coronavirus obbligasse allo stop tutte le attività sportive. Due successi in 48 ore, nella Firenze-Empoli e nel Gran Premio La Torre di Fucecchio, sono state per Marchiori una sensazione bellissima, un'emozione fortissima per il velocista veneto di Spinea che solitamente raggiunge il meglio della sua condizione fisica con l'arrivo della bella stagione.
«Proprio così. Non sono mai stato brillantissimo nelle prime corse di febbraio, ma ogni anno mi aspetto di migliorare e di fare sempre qualcosa in più - spiega Leonardo, classe 1998, al quarto anno tra gli Under 23 -. Sto lavorando con grande scrupolo e intensità perchè l'obiettivo è continuare a vincere o quanto meno essere sempre nelle condizioni di poterlo fare. Non voglio creare false aspettative, ma solo impegnarmi per arrivare tra i professionisti».
Negli ultimi due anni hai corso per la Zalf Fior dove non eri l'unico velocista, oggi sei libero di esprimerti. Che squadra è la NTT Continental Cycling?
«Prima di tutto vorrei sottolineare che in Zalf mi sono trovato benissimo e che sinceramente ringrazio tutta la dirigenza che mi ha permesso di correre con tranquillità e senza pressioni. La NTT è un team omogeneo di ragazzi che hanno voglia di fare e di soffrire. Con il diesse Daniele Nieri e il preparatore belga Jens si è già creato un buon affiatamento. Siamo una squadra in cui si parlano molte lingue, l'inglese in particolare e dove, una volta ripresa l'attività, gareggeremo spesso e volentieri all'estero in preparazione ad un probabile salto nel mondo dei professionisti. Dopo le due vittorie avrei dovuto disputare delle corse a tappe in Francia, ma il calendario è stato stravolto dal coronavirus e non si può fare altro che aspettare. Purtroppo, questo stop ha vanificato questa bella opportunità».
Come trascorri la tua giornata in questi tempi di coronavirus?
«Mi tengo allenato facendo palestra in casa, pedalo sui rulli e ammazzo il tempo leggendo libri e soprattutto imparo l'inglese visto che in NTT è la nostra lingua madre. Da qui anche la scelta della nostra squadra di restare a casa per rispetto della situazione. Speriamo che tutti capiscano perchè è così importante questa scelta».
Come hai scoperto la bici?
«E' stata la famiglia a trasmettermi l'amore per la bicicletta: prima del sottoscritto hanno corso nonno Mario, papà Mauro e mio fratello maggiore Samuele, che oggi mi segue come se fosse lui il direttore sportivo».
Cosa vedi nel tuo futuro, quando questa situazione finirà?
«Mi piacerebbe firmare un contratto da professionista, la NTT ha un team anche di World Tour e sarebbe bello farne parte. Spero tanto che possa essere quella la mia strada, una volta che scenderò dalla bici vorrà dire che mi concentrerò ai fornelli. Ho un diploma alberghiero e un domani mi piacerebbe lavorare come cuoco senza dover rendere conto a nessuno se non a me stesso».
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