La scorsa stagione Jakob Fuglsang si è affermato come il numero uno tra i cacciatori di classiche vincendo il Trofeo Cyclissime davanti a Julian Alaphilippe. In questa intervista ripercorriamo il passato in mountain bike del danese, la sua magica stagione 2019 e gli obiettivi per il 2020.
Nella stagione 2019, dopo 10 anni di professionismo nel World Tour, hai brillato nelle grandi classiche e alla Liegi Bastogne Liegi hai aggiunto una perla preziosissima al tuo palmares. Facciamo ora un passo indietro e andiamo a scoprire il giovane Jakob Fuglsang. Quando hai iniziato ad andare in bici e c’è qualcuno che ti ha spinto a praticare questo sport?
«All'inizio mi divertivo ad andare in mtb con i miei amici nel bosco, è nato tutto per gioco. Poi a 12 anni sono entrato nella mia prima squadra assieme a mio fratello che ha due anni in più di me, e da lì ė partito tutto».
Dopo aver vinto nel 2007 il mondiale U23 di mountain bike sei passato alla strada. Avevi già corso da ragazzo su strada?
«Già nel 2006 avevo corso su strada per un Team Continental danese, correvo su strada per prepararmi alle gare di mountain bike. Nel 2007 ho vinto il mondiale U23 e nel 2008 dopo aver corso le Olimpiadi di Pechino sempre nella mountain bike a fine stagione ho firmato per la Saxo Bank e da quel momento mi sono concentrato sulla strada».
Che difficoltà o vantaggi può trovare chi passa dalla mountain bike alla strada ?
«Non è facile il passaggio dalla mountain bike alla strada ma con l’allenamento si può fare. Io sono comunque dell’opinione che se uno è un vincente nella mtb o nel ciclocross ha tutto per far bene anche su strada. Lo abbiamo visto anche la scorsa stagione con Van der Poel e Van Aert. Nella mountain bike così come nel ciclocross c'è meno spazio per la tattica, vince sempre il più forte e se un atleta domina in quelle specialità molto probabilmente riuscirà a fare bene anche su strada».
Nel 2019 con Alaphilippe hai dato spettacolo nelle classiche di primavera e alla Liegi hai dominato cogliendo una vittoria in solitario. È giusto affermare che abbiamo visto il Fuglsang più forte da quando corre in bici?
«Sì, penso che sia stata la mia stagione migliore da quando corro e ne sono molto orgoglioso. È difficile ripetere i successi dello scorso anno, ci vuole anche un po’ di fortuna, ma sono motivato, affamato e pronto a combattere con l’obiettivo di migliorarmi sempre».
Tra qualche mese riparte la stagione delle grandi classiche. Sei pronto a riconfermarti come il numero uno? Ricalcherai la preparazione della scorsa stagione o la partecipazione al Giro d’Italia ti impone di spostare il picco di forma più in avanti a scapito delle classiche?
«L’obiettivo è di riconfermarmi e di essere protagonista nelle grandi classiche. Quando quest’inverno ho discusso la programmazione della stagione con il team e abbiamo deciso di puntare sul Giro uno dei miei punti fermi era di poter correre anche le classiche al cento per cento. Rispetto alla scorsa stagione non correrò il Giro dei paesi Baschi ma mi presenterò al trittico delle Ardenne dopo un ritiro in altura e confido di avere un’ ottima condizione».
Chi vedi favorito per la conquista del Trofeo Cyclissime 2020?
«Il mio più grande avversario sarà ancora Julian Alaphilippe. Nel 2019 abbiamo dato vita a bellissime sfide ed è sempre un piacere per me correre contro di lui. Lo scorso anno ha fatto una grandissima stagione, era brillante nelle classiche ed anche al Tour de France è stato fortissimo. Nel 2020 probabilmente vedremo le stesse sfide, lo scorso anno sono arrivato più volte secondo alle sue spalle, quest’anno sarebbe bello trasformare qualche secondo posto in una vittoria».
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