Roberto Bressan, il suo mentore, è convinto che Jonathan Milan abbia i numeri. Vedendolo in bicicletta, con i suoi 194 centimetri e il 46 di scarpe, siamo sicuri che i numeri li darà. La storia di Milan in bicicletta inizia alla tenera età di 4 anni, in sella a una Mountain Bike tra i campi erbosi di Buja dove attualmente abita. Qualche anno più tardi si faranno largo nella sua vita il nuoto, il karate e lo judo, ma è il ciclismo ad imporsi nell'animo e nella passione di Jonathan che risponde subito da protagonista in occasione delle prime gare ufficiali.
Nel Dna di questo giovanotto, classe 2000, dotato di grande energie e di mezzi ancora tutti da esplorare, ci sono sia la pista che la strada, specialità in cui Milan riesce a mettersi in luce con ottimi risultati. Nel 2019 vince alla grande l'Inseguimento Individuale del Track Challenge in Svizzera (calendario UCI), sfiora il bronzo agli Europei (quarto nell'inseguimento a squadre), va bene nelle prove di Coppa del Mondo in Australia e in Nuova Zelanda. Al Turul Romaniei, in Romania, sfiora il bersaglio nella terza tappa chiudendo in seconda posizione alle spalle dell'estone Raim. E' terzo anche a Cesa e nella cronosquadre del Giro del Friuli, quarto a Mareno di Piave.
Milan è di Buja - come il professionista della CCC Team Alessandro De Marchi - dove risiede con mamma Elena e papà Flavio (ex professionista) titolari dell'azienda Creté Creazioni Tessili per l'abbigliamento, l'arredamento e di biancheria per la casa. Ciclista è anche il fratello minore Matteo, che quest'anno esordirà tra gli juniores nella Danieli 1914 Cycling Team. Jonathan, che oggi partirà alla volta dell'Argentina per partecipare alla Vuelta San Juan con la nazionale della pista diretta da Marco Villa (convocati anche Ganna, Lamon, Scartezzini, Plebani e Leonardo Basso, ndr), si è diplomato in Grafica Pubblicitaria al Civiform Centro Formazione Professionale di Cividale del Friuli. «Sono pronto a mettermi in gioco, la gara in Argentina sarà per me una grande opportunità di allenamento, ma soprattutto una vetrina importante perchè correrò assieme ai professionisti». Il 2020 di Mlan sarà ancora con la maglia del Cycling Team Friuli.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Sta attraversando un momento di grande crescita e di grande forma visibilità».
A quale età hai cominciato a correre?
«Da piccolissimo, avevo solo 4 anni con una mountain bike per la Ciclistica Bujese. La prima bici? Una Atala gialla e blu».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani perchè ha dimostrato di essere un campione di carattere».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono molto pignolo».
Il tuo modello di corridore?
«Peter Sagan più di altri».
Cosa leggi preferibilmente?
«I quotidiani e volumi per trattano di storie reali».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere prima di tutto».
Sei social?
«Non molto».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Non cambierei nulla, introdurrei soltanto l'uso delle radioline in tutte le gara».
Piatto preferito?
«Pizza».
Hobby?
«Camminare in montagna».
La gara che vorresti vincere?
«Parigi - Roubaix».
Televisione, cinema o teatro?
«Cinema, i film d'azione».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
I social hanno cambiato il modo di comunicare, oggi in verità siamo più radipi nell'apprendere le notizie. Per alcuni versi era meglio una volta per altri adesso, una via di mezzo credo sia la giusta risposta a tutto».
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