
Un'altra pagina di storia che si chiude per il ciclismo italiano: è mancato stamattina, a causa di un malore, Guido Messina. Cinque titoli mondiali nell’inseguimento su pista (due da dilettante, tre da professionista) tra il ’48 e il ’56 e l’alloro olimpico nel quartetto a Helsinki 1952. Queste le tappe più importanti della luminosa carriera di Guido Messina, il più forte inseguitore italiano di tutti i tempi.
Nato a Monreale il 4 gennaio 1931, nel 1947 arrivò a Torino con la valigia di cartone e con una bici scassata. «In Sicilia vincevo tutte le gare - raccontava il vecchio campione - e allora un mio compaesano che era emigrato a Torino mi convinse a raggiungerlo per tentare la fortuna in bicicletta, offrendomi vitto e alloggio in cambio di un aiuto nella sua bottega da ciclista in Piazza Savoia».
Fu decisivo l’incontro con l’ex-corridore Pierino Bertolazzo, che a quel tempo ricopriva la carica di C.T. azzurro degli stradisti dilettanti. «Fu il primo a individuare le mie doti di passista - ricordava Messina - e nel ’48 mi segnalò a Proietti, il C.T. della pista, il quale mi convocò per gli allenamenti collegiali della nazionale. Il quartetto degli inseguitori per le Olimpiadi di Londra era già stato designato, ma Proietti mi promise che mi avrebbe portato ai mondiali di Amsterdam. Però c’era un problema: avevo solo 17 anni e mezzo e non avrei potuto partecipare alle gare iridate poichè ero ancora allievo. Per aggirare l’ostacolo la Federazione mi preparò un tesserino con la data di nascita corretta: 1930 anzichè 1931. Vinsi, ma poi, nell’euforia del successo, mi dimenticai completamente del tesserino contraffatto e ai giornalisti raccontai orgoglioso di essere siciliano e di avere 17 anni.... I francesi si affrettarono a fare reclamo, sembrava ormai certa la mia squalifica, poi per fortuna prevalse il buon senso e la maglia iridata rimase sulle mie spalle».
Fu il primo di una lunga serie di successi. Nelle sue finali iridate sui 5000 metri Guido Messina piegò, tra gli altri, campioni del calibro di Hugo Koblet (nel 1954 a Colonia) e Jacques Anquetil (nel 1956 a Copenaghen). Ma la vittoria più significativa, il fiore all’occhiello della sua straordinaria carriera, risale al 9 ottobre del 1955 al Vigorelli di Milano in quella che venne definita "la sfida del secolo". L’avversario sconfitto, quella volta, si chiamava nientemeno che Fausto Coppi.
Forte anche su strada, proprio nel 1955 aveva indossato la maglia rosa al Giro d'Italia e da circa un anno - dopo la scomparsa di Pipaza Minardi, era la maglia rosa più anziana.
Alla famiglia di Guido Messina le condoglianze dellsa nostra redazione.
La cerimonia funebre sarà celebrata lunedì a Casellette, in provncia di Torino, dove Messina viveva, alle ore 14.30.