Una serata dedicata e una sala gremita di amici: era quello che Giancarlo Otelli avrebbe voluto per essere ricordato. Un anno fa, durante una cena, aveva espresso proprio questo desiderio. Nessuno, ai tempi, avrebbe immaginato che cosa sarebbe successo quella notte di inizio 2019. Le sue parole, ora, sembrano profetiche, quasi beffarde. Ma nessuno avrebbe potuto esimersi dal tenerne fede, e così infatti è stato.
La serata, dal titolo “I Campioni di Giancarlo”, si è svolta ieri, la stanza era la Sala Libretti del Giornale di Brescia, i famigliari e gli amici erano tutti presenti. E poi c’erano i suoi campioni, o meglio, come piaceva dire a Giancarlo, i suoi “gnari”. Sonny Colbrelli, Filippo Ganna, Jakub Mareczko, Michele Gazzoli e Roberto Ferrari che, insieme a Giancarlo Ceruti, già presidente FCI, e Gianni Pozzani, presidente del comitato provinciale della federazione, hanno esposto aneddoti e storie della vita ciclistica (e non) di Otelli. Tra sorrisi e commozione, la figura di Giancarlo ha acquisito, racconto dopo racconto, un’immagine sempre più vivida. Proprio come sarebbe piaciuto a lui.
A rompere il ghiaccio è stato Sonny Colbrelli che, in realtà, non ha mai militato nella Aspiratori Otelli. Nonostante questo, dopo una vittoria di Colbrelli a Dubai nel 2018, Otelli andò da lui, lo abbracciò (“di un abbraccio sincero”, dice Sonny) e gli disse: “Sei un orgoglio bresciano”. Questo era Giancarlo, affetto incondizionato e attenzione verso chiunque. Poi ha continuato Gazzoli, che invece da G1 a Juniores ha militato nel team di Sarezzo. Michele ha invece raccontato come ai mondiali di Bergen (Norvegia), il giorno prima del Tavana oganizzato dalla Otelli stessa, Giancarlo si sia fatto trovare sotto il podio. Gazzoli fece bronzo, il suo presidente era lì. “Le mie ferie sono andare a seguire le corse dei ragazzi”, diceva Otelli.
Successivamente è stata la volta di Ferrari, che ha ricordato come Giancarlo fosse capace di commuoversi per ogni vittoria, come se fosse la prima. Vittoria che comunque non è mai stata una sua ossessione, e forse è il motivo per cui ne ha raccolte così tante. E poi Mareczko, che ha fatto capire quanto fosse importante il gruppo per Giancarlo. La squadra veniva prima di tutto e andava coccolata in qualsiasi modo.
Infine Ganna, che ha militato un solo anno nella Otelli. Anni dopo, successe che Filippo doveva andare in ritiro con la Nazionale ma la sua macchina ebbe problemi in autostrada. Erano le due di notte, ma la prima persone che chiamò (e che rispose) fu Giancarlo. Partì da casa sua e lo portò in ritiro, a notte fonda. E si potrebbe andare avanti ore e ore. Perché Giancarlo Otelli è stato molto di più di un presidente, e il ciclismo bresciano non lo dimenticherà mai.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.