È uscita in questi giorni la brochure del Giorno della Scorta, opuscolo monografico dedicato ai temi della sicurezza nel ciclismo, che il G.S. Progetti Scorta tradizionalmente pubblica in preparazione del Giorno della Scorta, quest’anno in programma a Faenza il 24 novembre. Venti pagine ricche di contributi, dati e proposte, la cui versione digitale potrà essere richiesta a: info@progettiscorta.it. Tra i contributi più significativi, certamente quello del Prefetto Roberto Sgalla, presidente della CNDCS e di Formula Bici, di cui ne diamo di seguito conto.
UN NUOVO ORIZZONTE
La politica si è rimessa in moto. Abbiamo un nuovo governo e quindi probabilmente riprenderà l’iter del disegno di legge di modifica del Codice della strada.
L’auspicio dell’intero comparto/circuito della bicicletta, considerato l’orizzonte di legislatura che si vuole dare il governo, è che all’interno della prevista revisione, si possa dedicare un capitolo alla mobilità in bicicletta; alle caratteristiche delle varie tipologie di bici che oggi vengono prodotte e messe sul mercato e a nuovi criteri da adottare di visibilità e sicurezza passiva.
Oggi sono veramente poche le norme che riguardano la bici: la distanza da rispettare di 1,5 metri quando un veicolo supera un ciclista e la possibilità di anticipare i veicoli all’altezza dei semafori quando segnano il rosso. Sicuramente tra gli interventi più interessanti che, di riflesso, incideranno anche sulla sicurezza dei ciclisti c’è l’inasprimento delle sanzioni per la distrazione; molti degli incidenti in cui vengono coinvolti i ciclisti, infatti, sono dovuti alla distrazione (uso di telefoni cellulari, tablet, dispositivi elettronici ecc).
Per arrivare a questo obiettivo sono necessarie norme di delega per poter definire in modo più dettagliato un assetto normativo coerente con il mondo della bicicletta. Tutto ciò in un frangente storico che registra un grande e crescente sviluppo del mondo della bike e della e-bike, e con esse dell’economia che muove il turismo sostenibile, del mercato stesso della bici e degli accessori.
Speriamo quindi che il nuovo governo metta nella sua agenda la riforma del codice; non sono più sufficienti interventi “spot” e aggiustamenti che, anche se opportuni, si limitano a singoli aspetti e non colgono la complessità del fenomeno.
Il tema della mobilità nei suoi vari aspetti merita un quadro normativo organico, che possa offrire un orizzonte nuovo di lunga durata e che tenga conto di novità fondamentali quali il tema della guida automatica dei veicoli e della mobilità elettrica.
Qualche novità va comunque segnalata. La prima è l’emanazione del nuovo disciplinare che arriva dopo sedici anni dal precedente.
Un disciplinare che punta ad elevare la sicurezza delle gare in bici e in particolare delle gare con oltre duecento partecipanti, con auspicabili ripercussioni positive nel mondo delle granfondo e delle tante (troppe?) gare amatoriali.
Tra le novità più significative: maggiore presenza di profili professionali; assistenza medica in linea con quanto previsto dagli accordi Stato-regione; maggiore responsabilizzazione del direttore di corsa; norme per il transennamento.
Novità che comporteranno di sicuro costi maggiori: ma sulla sicurezza non si può più derogare.
Troppi incidenti caratterizzano queste manifestazioni, con situazioni critiche che si ripetono di frequente, con livelli organizzativi non sempre all’altezza, lacunosi soprattutto sul versante della sicurezza e della presenza di addetti qualificati.
Accanto al disciplinare, va aggiunto il ruolo che la FCI sta svolgendo con energia e competenza nei confronti degli enti di promozione sportiva con l’obiettivo di garantire omogenei e più elevati standard organizzativi.
Vedremo se queste premesse porteranno frutti. Ci vorrà tempo, i provvedimenti dovranno essere metabolizzati e applicati con volontà e intelligenza. Credo comunque che la strada sia segnata e che sarà fondamentale il ruolo delle Forze di Polizia nell’attività di controllo e nel far rispettare il nuovo disciplinare.
In tutta questa riflessione non può non esserci spazio per un altro tema centrale, quello delle infrastrutture, della qualità delle strade, della costruzione delle ciclabili. Purtroppo su questo versante i ritardi sono enormi, nonostante la legge del dicembre del 2017 sulle piste ciclabili.
La qualità del manto stradale è pessima, le banchine non sono assolutamente manutenute ed è difficile anche rispettare una delle regole fondamentali per i ciclisti che è quella di pedalare sulla parte destra della carreggiata (art. 143 CdS).
Scarse risorse per la manutenzione, difficoltà nell’individuazione delle competenze, fanno oggi della strada il vero vulnus per il ciclista. Troppi sono gli incidenti in cui si associano comportamenti degli automobilisti disattenti, intolleranti a condizioni del manufatto stradale. Purtroppo non è una delle priorità ma se si vuole rafforzare il turismo in bici, le condizioni della strada diventeranno sempre più il minimo comune denominatore.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.