Dieci giorni fa l’impatto. Era il 12 agosto e Domenico Pozzovivo si trovava in Calabria in allenamento alla vigilia della Vuelta che avrebbe dovuto correre. Tra lui e il Giro di Spagna una macchina, che spunta a tutta velocità da una semicurva che chiude leggermente. Una Fiat Grande Punto: l’impatto è frontale ed è devastante, Pozzovivo vola via. Domenico finisce a terra pesantemente come un fantoccio. «Non ho scordato un solo frammento di quel film dell’orrore – racconta a tuttobiciweb lo sfortunatissimo corridore del Team Bahrain -. Più ci ripenso e più mi dico: è andata ancora bene. Perché per la dinamica di quell’incidente e l’impatto, le conseguenze potevano essere devastanti. La verità è che sono davvero vivo per miracolo, e adesso ce la sto mettendo tutta per tornare quanto prima a lavorare per recuperare».
Domenico è semplicemente pazzesco. Guarda solo avanti e pensa positivo, nonostante le fratture e le operazioni alle quali si è dovuto sottoporre. Quella al gomito (6 ore sotto i ferri) qualche giorno fa, delicatissima «e anche molto dolorosa per il post operatorio, ma ora va molto meglio, si comincia già a ragionare». Oggi un nuovo intervento, per rimuovere il ferro della tibia destra che gli è stata applicata a Cosenza e completare il lavoro. «Dall’Ospedale Civico di Lugano sono passato a quello Italiano: stessa struttura, stesso staff. Sono tutti bravissimi: non potevo capitare meglio – ci spiega -. Spero di tornare in bici a fine ottobre, ma prima c’è da sudare ancora un po’. Il gomito è quello che sta peggio e necessiterà di una delicata riabilitazione. Però prima spero di fare dei rulli, di tornare a pedalare, anche in questo caso non prima di aver fatto almeno un 10 giorni di fisioterapia intensa e dedicata. Qui sempre nel Ticino c’è un centro di riabilitazione estremamente qualificato, diciamo che per tornare in bici non mi manca nulla. Ci metterò tutta la mia grinta, tutta la mia determinazione: come sempre, più di sempre».
Ricordiamo che nell’impatto Domenico ha riportato la frattura di clavicola, omero e ulna del braccio sinistro; tibia e perone destri (gli stessi infortunati nella caduta del 2014). Le fratture di omero, ulna e tibia erano esposte.
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