
Ieri è stato critico con se stesso, oggi si era già fatto i complimenti per essere stato il più veloce sul traguardo di Orbetello. Prima che la giuria lo declassasse, Elia Viviani aveva raccontato la gioia provata nel tornare ad alzare le braccia al cielo al Giro d’Italia con quella livrea speciale di cui va giustamente tanto orgoglioso.
«Ho pensato tutta la notte all'errore commesso ieri. Oggi io e i miei compagni eravamo particolarmente determinati. Mi sentivo bene così ho chiesto a Saba (il suo ultimo uomo Fabio Sabatini, ndr) di lasciarmi in una buona posizione. Ackermann è partito un po’ lungo, io ho sfruttato la sua ruota. Mi spiace per il contatto che c'è stato con Moschetti, ma dovevo uscire e fare la mia volata. Sono felicissimo di aver vinto in maglia tricolore al Giro» aveva detto a caldo ai microfoni di Raisport.
Poi arriva la notizia del suo declassamento, Elia visiona le immagini della Var e lascia il camioncino della giuria scuro in volto. Preferisce non rilasciare dichiarazioni ai tanti microfoni che si trova sotto la bocca e fila via sulla sua bici. Bocche cucite anche da parte della Deceuninck Quick Step, solo Davide Bramati si lascia sfuggire un laconico commento che sintetizza la delusione del campione d'Italia e di tutto il suo gruppo. «Lo sanno tutti che c'era il vento contrario a 65 km/h, Elia è uscito a 70 mt dall’arrivo non a 200... Dispiace».
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