Alessandro DE MARCHI. 10 e lode. Quando si dice dare tutto, proprio tutto, fino in fondo e fino alla fine. Arriva sfinito, senza più un briciolo di energia in corpo. Dà veramente tutto, come solitamente si dovrebbe fare e lui lo fa spesso. Arriva sul traguardo e quasi fatica ad alzare le braccia al cielo, esausto come pochi. Alessandro manda un segnale chiaro e forte al CT Cassani, lo manda a chi come noi ama il ciclismo. Ale questa professione la fa con passione e impegno. Alle sue spalle arriva quel Franco Pellizotti – friulano come lui – che di primavere ne ha quaranta: Alessandro ha tutto per proseguire nel solco. Vince e si bacia il braccio, dove ha un tatuaggio Māori, che inneggia alla casa e alla famiglia. Un bacio per Anna e quel bimbo che arriverà ad ottobre. Un bacio da dare a quanti gli vogliono bene (e sono tanti), ad incominciare dal suo amico-allenatore, Andrea Fusaz, che in questa vittoria ha il suo peso: per una vittoria al bacio.
Jhonatan RESTREPO. 7. Ha ben poco da rimproverarsi il corridore della Katusha: ha fatto tutto bene. Ha solo avuto una grande sfortuna: incontrare sulla propria strada un De Marchi pazzesco.
Rigoberto URAN. 7. Sono gli Educational First a scatenare l’inferno. Nel finale sono i suoi uomini a provare a far saltare il banco in una tappa bella come poche volte. Raccoglie poco, quasi niente, ma manda un messaggio chiaro e forte: Rigo c’è.
Franco PELLIZOTTI. 8. Fa paura e fa quaranta: d’anni. È il più vecchio in corsa alla Vuelta, e alla fine si porta a casa un terzo posto di giornata di assoluto rispetto sotto gli occhi attenti di Davide Cassani, che sicuramente oggi si è lustrato gli occhi.
Vincenzo NIBALI. 7. È la tappa più lunga, e lui allunga: due volte. Scalpita Vincenzo. Ha voglia di fare qualcosa, di darsi da fare, di farsi vedere, per ascoltare la propria macchina, il proprio motore. Sta meglio Vincenzo e si vede, anche dalla reazione del gruppo, che viaggia a tutta, per due ore, a 48 di media. Tappa logorante, tutt’altro che banale, come i tentativi di Enzo.
Fabio ARU. 5. Parte l’attacco della EF di Uran, che crea un autentico sparpaglìo nel gruppo. Chi paga però dazio è il nostro Fabio, che alla fine lascia per strada 41”. Perde due posizioni in classifica generale, adesso è 13°: dicono che porti fortuna. Speriamo.
Thibaut PINOT. 7. È il meglio piazzato in classifica: 16° a 2'33" da Simon Yates. Si butta nella fuga del mattino, che nasce solo dopo cento chilometri cento di battaglia. Vola via con Franco Pellizotti (Bahrain-Merida), Nans Peters (AG2R-La Mondiale), Omar Fraile (Astana), Alessandro De Marchi, Nicolas Roche, Dylan Teuns (BMC Racing Team), Rafal Majka (Bora-Hansgrohe) e Léo Vincent (Groupama-FDJ), Tiesj Benoot (Lotto Soudal), Jack Haig (Mitchelton-Scott), Winner Anacona (Movistar), Ryan Gibbons (Dimension Data), Pierre Rolland (Education First-Drapac), Jhonatan Restrepo (Katusha Alpecin), Sergio Henao (Team Sky), Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Sergio Pardilla (Caja Rural-Seguros-RGA) e Mikel Bizkarra (Euskadi-Murias). Fa una corsa d’attacco, per un po’ è anche maglia rossa virtuale, poi alla fine guadagna solo 12” sul gruppo di Simon Yates: è poca cosa, ma è già qualcosa.
Luis Angel MATÈ. 8. Un tweet di cui tuttobiciweb vi ha dato immediatamente conto. Un messaggio ironico e carico di affetto per il leader degli scalatori della Vuelta. Un messaggino per il suo amico Miché, come lui chiamava Scarponi. Che belli i ricordi…