E’ un tipo piuttosto schivo, riservato, non molto ciarliero Antonio Pisoni, fotografo che ha frequentato a lungo il ciclismo. Lo frequenta tuttora ma ha ridotto il raggio d’azione operando ora, per passione e divertimento, nel ciclismo cosiddetto minore – ma che minore non è – della sua zona. Infatti, a settantadue anni, ha in un certo senso mollato i pappafichi, usando un termine nautico, dedicandosi soprattutto alla cura dei nipoti Matteo e Azzurra, gli eredi di suo figlio Christian, preferendo e favorendo l’interpretazione del ruolo di nonno quasi a tempo pieno.
Abita a Buscate, comune della parte ovest della Lombardia, vicino al Ticino, prossima al Piemonte, paese che ha un alto tasso ciclistico con la dinastia dei Saronni con Giuseppe, il capofila. Sono di Buscate anche Abramo Merlotti, ai suoi bei dì buon corridore, pure in pista, nel glorioso Sport Club Genova di Milano, poi frequentatissimo oste-trattore anche dagli appassionati delle due ruote, del dottor Massimo Branca, quasi da una vita medico di corsa al Giro d’Italia e alle altre classiche rosa a fianco del prof. Giovanni Tredici. E’ pure il paese di Aldo Colombo, il “presidente”, appassionato sempre presente agli appuntamenti ciclistici, legatissimo a Giuseppe Saronni. Sono comunque tanti gli amanti e praticanti delle due ruote di Buscate e dintorni.
Torniamo al “Piso” (questo il suo soprannome), però che, dopo avere studiato fotografia diplomandosi, alla fine degli anni 1970, iniziò con la collaborazione, soprattutto per il calcio, con il quotidiano varesino La Prealpina, accompagnando sovente Antonella Clerici, giornalista alle prime armi e poi “star” della televisione.
La collaborazione, in chiave ciclistica stavolta, si attiva con il settimanale Ciclismo d’Italia diretto da Enrico Magatti e dove lavorava anche un giovanissimo Marco Civoli, poi voce del calcio a Telenova e in Rai. E pubblica lì le prime foto a colori di ciclismo.
Intanto cresceva e vinceva, sia su strada, sia su pista, un certo Giuseppe Saronni di Buscate. E naturalmente Pisoni, con Aldo Colombo e altri sostenitori, era una presenza costante nelle corse, dove si schierava e sovente vinceva Giuseppe Saronni e pure i suoi fratelli. A metà degli anni 1970 circa, apre un negozio di fotografo a Buscate che riesce a fare convivere con la famiglia dove, nel frattempo, è nata la figlia Sara e una collaborazione costante con l’Agenzia Fotocronache Olympia, nome storico nel settore sportivo soprattutto, per la quale copriva vari eventi delle due ruote.
Per una sua situazione familiare lascia per un certo periodo l’attività esterna fino a quando incontra Roberto Bettini, milanese ma che, per matrimonio, si è trasferito a Cuggiono, vicino a Buscate. La figura di Roberto Bettini non ha certo bisogno di molte altre spiegazioni e illustrazioni nel settore delle corse. Roberto Bettini, in arte “Click”, richiede al “Piso” di tornare sulla strada con lui.
E non aspettava altro Antonio Pisoni che, all’inizio degli anni 2000, torna a seguire assiduamente le corse collaborando con l’équipe Bettini, con rinnovato entusiasmo e passione. E vive con lui le belle esperienze della rivista Cycling Magazine Sprint e la quotidianità, talvolta affannata, pressata, senza respiro e senza possibilità d’errore, della vita alle corse dei fotografi al seguito e nel cuore delle corse. Guai a perdere l’attimo fuggente.
E Antonio Pisoni sovviene sempre alle incombenze e agli amichevoli “ordini” del capo Roberto, poi affiancato pure dal figlio Luca.
E opera sempre con discrezione, sempre anteponendo i fatti alle parole, sempre disponibile anche all’organizzazione logistica, un aspetto da non trascurare e di rilievo nell’ambito del lavoro di gruppo della Bettini Company & C. -
Un periodo che si è chiuso abbastanza di recente con la “squadra Bettini” che conta su nuovi e valenti giovani, e che Antonio Pisoni ricorda come anni bellissimi, di soddisfazione e d’amicizia che tuttora continua anche se adesso, ed è quasi un ritorno agli esordi, il suo obiettivo riprende giovani e giovanissimi di belle speranze in luogo d’affermati campioni.
Non ha rimpianti ma solo ricordi, bellissimi ricordi, “nonno” Antonio.
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