
Caro direttore, per un volta dissento totalmente da Cipollini e da Tuttobiciweb. Cipollini per quello che dice, Tuttobiciweb per come lo titola: “Cipollini ancora una volta va controcorrente: Pogacar, ripensaci e non andare alla Roubaix”.
Scusa, fammi capire: anche a me piace tanto il Cipo perchè dice pane al pane e vino al vino, quasi sempre controcorrente (e comunque anche trovarsi ogni tanto nella corrente non è un dramma), però in questo caso chi va davvero controcorrente non è lui, che fa ragionamenti di calcolo e di prudenza, direi decisamente conformisti, ma Pogacar, che proprio a dispetto del buonsenso, della logica, della prudenza, bellamente se ne infischia e va a rischiare il muso sulle pietre della Roubaix.
Se non è controcorrente questa scelta, contro la corrente generale che da decenni governa il ciclismo e che tutto programma, razionalizza, risparmia, dimmi tu direttore che cosa è davvero controcorrente.
Sinceramente, considero anch'io una follia quella di Pogacar, ma una di quelle follie che danno senso alla vita, una di quelle che fanno nascere gli elogi alla follia. E' proprio grazie a queste follie incomprensibili al benpensante e al calcolatore che negli ultimissimi anni il ciclismo è diventato spettacolo stratosferico. Sì, perchè questi ragazzi di ultimissima generazione hanno buttato a mare tutti gli schemi e tutti i dogmi più o meno scientifici, per dare libero sfogo all'istinto, alla fantasia, alla gioia. Se Pogacar non resiste al richiamo matto della Roubaix, io lo considero un valore aggiunto, non una fesseria. Lui come Ganna. Lui come gli altri. Così avremo la più grandiosa Roubaix di sempre, spettacolo che nessuno vorrà mancare. Certo, la ragione imporrebbe altri discorsi, ma mi rivolgo proprio a Mario Cipollini, per chiedergli: Mario, davvero uno come te, baciato dal talento e dall'estro del fuoriclasse, ritiene che Pogacar sbagli a buttarsi in questa sfida estrema? Che cosa è la vita, se le togli il gusto del sogno e dell'impossibile? La vogliamo da poeti o da ragionieri, questa vita?
Mi diranno: la Roubaix è troppo rischiosa, Pogacar è un patrimonio che va tutelato come cristallo di Boemia. Non voglio neppure ricordare che i Bernal, i Pogacar, i Vingegaard sono finiti a scatafascio nelle situazioni più assurde e comunque marginali. E' talmente elementare, ma vediamo di non caricare la Roubaix di significati quasi esoterici. Piuttosto, stiamo alla sostanza: è giusto che un campione esca dalla logica e si butti nel campo dell'imponderabile, dell'imprevedibile, del surreale? Io non so rispondere. Non so se sia giusto a sbagliato, però mi piace da morire. Mi limito a prendere quello che arriva: se Pogacar vuole andarci, gli dico bravo e gli dico grazie. Perchè va fortissimo in bici e che vinca o che perda scatena lo show, ma prima ancora perchè ci sa andare anche e soprattutto controcorrente.