C’è un missile a due ruote che sta inanellando record sulle salite delle Alpi: ad ottobre ha strappato a Jai Hindley il record di scalata dello Stelvio dal versante di Prato allo Stelvio, settimana scorsa si è preso il record di ascesa del Mortirolo dal versante più duro, scalandolo in 43’35” e facendo meglio di 1 minuto e 7 secondi rispetto al record ufficiale che apparteneva a Vincenzo Nibali.
Il missile John Burke, è canadese, ha 29 anni e ha una storia davvero speciale.
Ve la raccontiamo con la premessa doverosa che i record delle scalate sono sempre discutibili, perché quelli ottenuti in gare ufficiali sono ovviamente condizionati da quanto accaduto nei giorni e nelle ore precedenti, dalle tattiche di gara e dallo sviluppo stesso della tappa - perché queste montagne vengono sempre affrontare nel corso di grandi giri - così come dalle condizioni meteo, tanto è vero che sbagliamo noi a parlare di “record’ mentre dovremmo dire “miglior prestazione cronometrica’, i numeri di Burke sono davvero impressionanti.
Jack Burke non è ovviamente un parvenu: nato il 12 giugno del 1995 in Canada, la sua scheda parla di un peso forma di 70 chili per 180 cm di altezza: a partire dal 2016 ha pedalato per sette stagioni nella categoria Continental, prima negli Stati Uniti e poi in Europa cambiando curiosamente squadra in tutte le stagioni. Per lui nessuna vittoria e nessun podio ma alcuni buoni piazzamenti nelle prime stagioni in Canada e nel 2022 in Europa con il 6° posto nell’Oberosterreichrundfahrt in Austria e il 18° nel Giro di Slovenia vinto da Tadej Pogacar.
L’anno in cui per Burke le cose cambiano è il 2022: tesserato per l’Union Raiffeisen Radteam Tirol, cade e si rompe il bacino compromettendo quella che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere una stagione chiave. A fine giugno cambia squadra, resta sempre in Austria e veste la maglia della Team Felbermayr - Simplon Wels, sempre nella categoria Continental, ed è con questa che partecipa alla Ötztal Cycling Marathon - ovvero a quello che viene considerato il «campionato mondiale non ufficiale delle maratone di ciclismo con i suoi 227 chilometri e 5.500 metri di dislivello - e la vince.
All’inizio del 2023 Burke è ancora senza squadra quando avviene il “fattaccio”: viene urtato da un’auto mentre si allena, cade e riporta gravi lesioni cerebrali e fratture alla schiena, problemi che lo hanno tormentato per un anno e mezzo con gravi complicazioni sanitarie - la vista ridotta al 30% in un occhio e il volto da ricostruire - e personali, visto che al risveglio in ospedale scopre che l’assicurazione sanitaria che avrebbe ancora dovuto coprirlo non c’è più.
Il sogno di diventare un ciclista professionista viene accanotonato per rispondere ad una esigenza ben più pressante: pagarsi le cure mediche.
L’idea ce l’ha... nel cassetto: negli ultimi anni aveva preso appunti di ogni genere sulla preparazione del ciclista così nasce una guida sull’allenamento da vendere online. Un lavoro che diventa subito enorme: nove mesi di impegno per arrivare a stampare un libro di 600 pagine. Libro che oggi nella versione audio include sei podcast con Sepp Kuss, Alison Jackson, Jan Maas, Dan Bigham, Mitch Docker e Svein Tuft.
Il libro è un successo editoriale, gli arrivano apprezzamenti anche da ciclisti di formazioni World Tour maschili e femminili. E il podcast «How To Become A Pro Cyclist with Jack Burke» diventa un appuntamento imperdibile per molti appassionati.
Nel frattempo Burke non smette di pedalare, nel 2023 viene tesserato dalla formazione dilettantistica austriaca ARBÖ headstart ON-Fahrrad e quest’anno da quella statunitense Above & Beyond Cancer Cycling p/b Bike World.
Ma c’è un’altra “sliding doors” nella sua vita: a fine aprile 2024 registra un episodio del suo podcast con Steve Neal, un allenatore canadese di cui confessa di non aver mai sentito parlare. Glielo segnalano, è curioso, vuol capire e se e cosa può imparare da lui e quell’intervista colpisce Burke a tal punto che alla fine della registrazione decide di farsi allenare da Neal per qualche mese.
«Non avevo una bici da corsa - racconta - e non sapevo nemmeno se ci saremmo allenati per strada, sterrato, MTB XC o scialpinismo. Ero semplicemente entusiasta di avere una persona con cui lavorare. Per la prima volta nella mia vita sono stati gli altri (il mio allenatore e i miei amici) a incitarmi a riprovare, ma a me piaceva allenarmi perché mi divertivo. In realtà pensavo che la mia carriera ciclistica fosse finita».
Dall’incontro con Neal sono nate nuove motivazioni, un nuovo modo di conciliare allenamento e lavoro - libri e podcast sono ormai parte integrante della sua vita -, nuove metodologie per sfruttare al meglio le ore trascorse in bicicletta e nuove sfide da affrontare, come quella di misurarsi sulle salite alpine.
Intanto però torna alla Ötztal Cycling Marathon e la vince per la seconda volta.
E rieccoci così al punto di partenza: la scalata del Mortirolo con il tempo record di 43’45”.
Accompagnata dall’appello alle squadre professionistiche: «Voglio solo un’opportunità con un WorldTeam. Non importa quale squadra, voglio solo competere contro i migliori corridori del mondo» scrive Burke su Strava accanto alle registrazioni delle sue prestazioni.
Ora la palla passa ai manager delle formazioni professionistiche: ci sarà qualcuno disposto a scommettere su John Burke, lo scalatore dei record?