La ruota di Telefortuna e i gabbiotti di Rischiatutto. I pupazzetti a lui ispirati e i Telegatti da lui conquistati. Le lettere spedite dal carcere e le cartoline inviate dal lager. La foto con Pippo Baudo e quella con Fiorello. I filmati di “Lascia o raddoppia?” e quelli in cui si racconta. L’annuncio dei vincitori del Festival di Sanremo e l’esortazione all’allegria.
Mike Bongiorno, una mostra al Palazzo Reale di Milano (fino al 17 novembre, da martedì a domenica dalla 10 alle 19.30, giovedì fino alle 22.30, ingresso 6-8-10-12 euro) nel centenario della nascita. Dalla nascita a New York come Michael Nicholas Salvatore Bongiorno (“Senza la u”, ci teneva a precisare) ai funerali di Stato voluti da Silvio Berlusconi (a Milano in piazza Duomo con diecimila spettatori), le sue vite da giornalista, conduttore radiofonico, presentatore televisivo, anche attore, doppiatore e autore di canzoni, Mike Bongiorno è qui celebrato nella sua enorme popolarità. “Idolatrato da milioni di persone”, scrisse Umberto Eco nella “Fenomenologia di Mike Bongiorno”, nel 1961 (il testo è nel “Diario minimo”, Mondadori, la prima edizione nel 1963), “quest’uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta unita (questa è l’unica virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che è e che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto”.
E’ la storia non solo dei varietà e dei telequiz, ma anche d’Italia. E dopo l’analisi di Eco, Bongiorno ha continuato per altri quasi cinquant’anni a riempire le serate degli italiani illudendoli, annebbiandoli, confondendoli, distraendoli. E c’è anche tanto sport. Mike Bongiorno fotografato con Pelè, Mike Bongiorno alpinista e subacqueo, Mike Bongiorno sulla neve e in acqua, Mike Bongiorno al volante di una spider e al manubrio di un triciclo, Mike Bongiorno con Giacinto Facchetti e Michele Alboreto, Mike Bongiorno che scrive di boxe e di ippica. C’è anche Mike Bongiorno nel ciclismo, quando posa in bici con la Dreher di Franco Cribiori e forte di Patrick Sercu e Pierfranco Vianelli, Pep Fezzardi e Adriano Passuello. Allegria!
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