Come accaduto dall’anno della sua prima edizione (disputatasi nel 2017) e con l’eccezione del triennio 2019-2022 (periodo in cui la corsa non ha avuto luogo a causa della pandemia e delle relative restrizioni), anche questa stagione spetta al Tour of Guangxi chiudere il calendario delle gare World Tour.
Vinta dodici mesi fa da Milan Vader grazie all’affermazione in salita sul traguardo della quarta tappa, la corsa a tappe cinese si ripropone dunque come ultimo ballo per i team e i corridori della massima categoria mondiale, un appuntamento conclusivo in cui andare a caccia delle ultime soddisfazioni di peso dell’annata e arrotondare così i propri bottini stagionali.
Tale opportunità proverà a esser colta dalle 19 squadre partecipanti (16 World Tour, 2 ProTeam e la selezione nazionale cinese) gareggiando su un percorso che taglia decisamente i ponti con le edizioni passate (sei delle otto diverse sedi di arrivo e partenza sono totalmente inedite) e che, soprattutto, non è mai stato così esigente. Per la prima volta, infatti, il Tour of Guangxi proporrà un chilometraggio complessivo sopra i 1000 chilometri (1021 per la precisione), un dislivello totale superiore ai diecimila metri (10.600 per l’esattezza) e, dulcis in fundo, la tappa più lunga (214 chilometri) della sua fin qui breve storia.
Tutto ciò, detto che la maggior parte delle frazioni dovrebbe rimanere appannaggio di chi è dotato di un buono spunto veloce, potrebbe portare ad assistere a una corsa leggermente più selettiva rispetto al passato e quindi, alla fine, forse anche a distacchi un attimo più marcati in classifica generale dove, nelle quattro edizioni disputate finora, il margine tra il vincitore della maglia rossa e il secondo non è mai stato superiore ai 9 secondi.
Vero spartiacque annunciato, in questo senso, sarà ancora una volta l’unico (nonché usuale, visto che è sempre stato proposto dagli organizzatori) arrivo in salita della manifestazione posto sull’iconica rampa di Nongla (3,2 chilometri al 6.3% medio ma con un tratto centrale costantemente sopra il 13%) nella quinta e penultima tappa, una frazione di 165,8 chilometri con partenza da Yizhou e due GPM (un 3ᵃ categoria di 5,9 km al 5.5% medio e appunto il 1ᵃ categoria del traguardo) che obbligherà i pretendenti al successo ad uscire per forza di cose allo scoperto.
Prima di quel giorno, i principiali indiziati per la vittoria dovranno però fare attenzione alle insidie sparse qua e là dagli organizzatori a cominciare dalla seconda tappa, la Chongzuo-Jingxi di 181.5 km che, dopo un GPM di 3ᵃ categoria a metà frazione, vedrà gli ultimi 38 chilometri (inaugurati da un altro Gran Premio della Montagna di 3ᵃ categoria lungo 8,9 chilometri al 3,6% ma con punte anche al 23%) tirare tutti costantemente all’insù, un profilo questo che, se affrontato ad alta velocità, potrebbe selezionare il gruppo principale e ridurre le unità che andranno a contendersi il successo allo sprint.
Uno scenario simile potrebbe concretizzarsi nella terza e nella quarta tappa, frazioni entrambe caratterizzate da un finale vallonato che potrebbe rimescolare le carte in tavola. La prima, la Jingxi-Bama di 214 chilometri, vede tre GPM di 3ᵃ categoria (il primo di 1 km al 4.2%, il secondo di 9,5 km al 2.8% e il terzo di 2,9 km sempre al 2.8%) collocati nella seconda metà di tappa e, a una dozzina di chilometri dalla linea, uno “zampellotto” che potrebbe creare scompiglio ispirando l’attacco di uno o più coraggiosi. La seconda (la Bama-Jinchengjiang di 176.8 km), in maniera non dissimile da quella del giorno prima, presenta un deciso e continuo saliscendi nella sua parte iniziale (dove anche qui troviamo tre GPM di 3ᵃ categoria rispettivamente di 5,9 km, 9,3 km e 3,3 km di lunghezza), un’asperità di 2ᵃ categoria (3,8 km al 5.7%) ai -35 km dal traguardo e un ultimo dentello in corrispondenza del secondo sprint di giornata a 12 chilometri dal termine che potrebbe stuzzicare i finisseur.
A tutt’altra conclusione invece si dovrebbe assistere nella tappa inaugurale (la Fangchenggang-Fangchenggang di 149.4 km) e quella finale (l’immancabile Nanning-Nanning di 134,3 chilometri) della corsa: tutte e due disegnate attorno a circuiti cittadini (il primo lungo 38 chilometri, il secondo 27), queste frazioni si prestano, nonostante gli strappi (particolarmente aspro quello di Nanning con il suo chilometro e 400 metri all’11.6% medio) lungo i due tracciati, ad essere terreno di caccia ideale per gli sprinter che, supportati adeguatamente dai loro treni, dovrebbero riuscire a dar vita ad intense battaglie sul filo dei 70 km/h.
Anche in virtù di questi due arrivi, la corsa risulta complessivamente strizzar l’occhio a puncheur, attaccanti e velocisti più o meno resistenti i quali, in una manifestazione che dovrebbe svolgersi con temperature estive anche se interessata a lungo da violenti acquazzoni, avranno modo di esaltarsi e mettere in mostra quelle qualità che potrebbero garantire a loro e alle rispettive compagini di chiudere su note alte la stagione 2024.
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