Tra i nove mila iscritti che in questo weekend hanno animato le strade dell’Eroica, ci sono anche due corridori che non passano inosservati, si tratta di Gianni Bugno e Alessandro Ballan, entrambi campioni del mondo e che oggi correranno con la maglia della Molteni di Eddy Merckx. Gianni Bugno di Mondiali ne ha vinti due: il primo nel 1991 a Stoccarda e il secondo l’anno successivo a Benidorm in Spagna. Ma oggi sul percorso dell’Eroica indosserà la maglia della Molteni (che oggi per volere di Mario Molteni e della sua famiglia è una Fondazione) e correrà con una delle sue bici degli anni giovanili e che aveva donato al museo del Ghisallo.
Nei giorni scorsi, Bugno a Milano ha ricevuto dalle mani Paolo di Bellino e Mauro Vegni il Trofeo senza Fine e l’ingresso nella Hall of Fame della corsa rosa, per aver vinto il Giro d’Italia nel 1990, dove indossò la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa. Oggi Gianni Bugno non correrà per essere nel gruppo di testa, ma con passo, mite, si unirà a tutti gli appassionati del ciclismo storico e parteciperà alla sua prima Eroica.
«E’ un bel passaggio dalla Hall of Fame del Giro alle strade bianche della Toscana – ha raccontato il due volte iridato a Gaiole in Chianti – Per me è la prima volta in questa gara, ma naturalmente ho già corso su strade sterrate».
Per il lombardo quella adottata dall’Eroica è la giusta filosofia per affrontare le corse amatoriali, che troppo spesso, vedono i cicloamatori pedalare come i professionisti.
«Quello dell’Eroica è il giusto approccio per le corse amatoriali. Secondo me tutte le corse amatoriali dovrebbero essere vissute con questo spirito. Si pedala divertendosi e si gode la corsa e anche il paesaggio. Secondo me nelle corse amatoriali dovrebbero essere abolite le classiche e i premi di categoria». Bugno nella sua carriera di corse ne ha vinte tante e oltre ai due titoli Mondiali e il Giro d’Italia, vanta anche la vittoria alla Milano-Sanremo nel 1990 e un Giro delle Fiandre nel 1994 e un secondo e terzo posto al Tour de France.
«Sono stato professionista e adesso mi diverto a partecipare a qualche corsa con i cicloamatori, ma rimanendo sempre dietro, in mezzo al gruppo e alle persone, fa piacere quando hanno la possibilità di correre vicino a corridori come me e qualche volta si stupiscono per il fatto che non sono davanti a tirare. Lo sport amatoriale è un’altra cosa, deve essere vissuto senza immedesimarsi nei campioni, ma andando con il proprio passo, pensando al divertimento del momento».
Gianni Bugno, la velocità la conosce bene e conosce bene anche i materiali e la tecnica e tutto questo all’Eroica, assume colori e sfumature completamente diversi.
«Sembra di essere tornati indietro nel tempo. Nelle corse amatoriali in molti fanno a gara a chi ha l’ultimo modello di scarpino e la bici più performante, qui invece la gente guarda a chi ha la bici più antica e il modello di scarpino più vecchio. E’ veramente un ambiente coinvolgente e divertente. Una grande festa, dove in un certo senso, attraverso le maglie e le bici si rivive la storia dello sport».
Anche Bugno in corsa potrà rivivere attimi storici della sua carriera, attraverso la bici che utilizzerà in gara. «Il museo del Ghisallo mi ha dato la possibilità di fare un piccolo viaggio nel mio passato da sportivo. Correrò con una delle mie prime bici, quando ancora non ero diventato un professionista. Sarà bello riprovare quelle emozioni, quando le bici erano più pesanti, non avevano il cambio elettronico e i materiali erano completamente diversi. Quando avrò tagliato il traguardo anche io potrò definirmi un eroico, ma sarà importante per tutti, ricordare che usiamo bici nate per la strada e non per il fuori strada e per questo sarà importante moderare la velocità e pensare solo a trascorrere una giornata all’insegna del divertimento e dello sport storico».
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