Durante i Campionati del Mondo di Zurigo sono tante le dichiarazioni del presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale David Lappartient e, tra gli argomenti trattati, c’è anche la lotta contro il doping meccanico. Si tratta di un modo diverso di alterare la corsa e favorire in modo illegale un corridore, attraverso quei meccanismi come motori nascosti e sistemi che forniscono una propulsione in più. Per combattere questa forma di illegalità nel ciclismo, Lappartient ha pensato di creare delle forme di ricompensa per tutti coloro che informeranno e segnaleranno chi fa uso di motori elettrici o altri mezzi che vengono definiti come doping tecnologico o meccanico.
Fino ad oggi sono stati utilizzati degli scanner mobili per controllare le biciclette dei ciclisti prima e dopo le gare. Infatti, è possibile vedere che su un certo numero di bici, prima e dopo la gara, venga applicato un apposito sigillo dell’UCI, che identifica le bici da controllare. Tra queste c’è sempre la bici del vincitore. Lappartient aveva annunciato prima dell'ultimo Tour de France che in Francia sarebbe stato testato un nuovo dispositivo aggiuntivo e non meglio specificato, che avrebbe aiutato a scoprire gli illeciti. Ma anche questo non è sembrato bastare e ora l’UCI adesso vuole avvalersi di informatori, la cui identità non verrà rivelata, sull’utilizzo di tutti i sistemi che in modo meccanico possano alterare il risultato di una gara.
Per questo è stato approvato un “pacchetto retributivo” per informatori e segnalatori, ovvero a tutti coloro che, in modo autonomo e discreto, forniranno informazioni utili. Il sostegno da parte dell’UCI sarà sotto forma di sostegno materiale, finanziario e altre forme di bonus.
«Le misure che saranno adottate sono state progettate per compensare adeguatamente individui o entità che forniranno informazioni preziose - ha affermato l'UCI sul suo programma di ricompensa - L'importo del risarcimento dovrà tenere conto dello sforzo o del potenziale investimento effettuato dalla fonte, nonché del potenziale rischio di difficoltà o ripercussioni derivanti dalla divulgazione dei dati raccolti e denunciati».
Non si tratta solo dei casi attuali di doping tecnologico, ma anche dei casi del passato. Le informazioni potranno essere inviate in forma riservata, utilizzando una email in forma anonima a TechFraud@uci.ch o tramite la piattaforma SpeakUp.
«Credo che con le nuove tecnologie, con motori che stanno diventando sempre più piccoli e forse più difficili da rilevare, dobbiamo investire di più nella tecnologia e anche nella ricerca per combattere il doping meccanico - Ha affermato David Lappartient nel podcast Ghost in theMachine - Voglio assicurarmi che le bici testate alla fine di una gara siano quelle realmente utilizzate. Mi sembra che il processo non sia infallibile al 100%. A volte non sai perché i corridori cambiano bici dieci chilometri prima dell'arrivo. Voglio che tutti siano sicuri al 100% che cattureremo i truffatori. Non abbiamo paura di prendere grandi nomi. Vent’anni dopo Armstrong, il ciclismo ha riacquistato credibilità. È stato un processo lungo, ma se domani emergesse un caso di doping meccanico, questo potrebbe distruggere il nostro sport».