PADRON Roglic attacca, Mas brilla, Landa controlla, Carapaz soffre, O’Connor traballa. Sono questi i verdetti dell’11a tappa della Vuelta. Che poi a tagliare per primo la linea del traguardo oggi sia stato l’irlandese Eddie Dunbar è quasi secondario. Gloria di giornata per un corridore venuto in Spagna per fare classifica ma subito finito lontano dai primi. Del resto la sua stagione è abbastanza negativa, con quattro ritiri su otto corse a tappe a cui ha partecipato.
Alla vigilia di un fine settimana durissimo, con tre arrivi in salita in quattro giorni (Manzaneda domani, Ancares sabato e Cuitu Negro domenica) e oltre 13.000 metri di dislivello, gli occhi sono puntati sui big. E, visto come sono andate le cose anche oggi, lo spettacolo non mancherà. Sul Puerto Cruxeiras, ultimo gpm di giornata con cima a 8 k. dal traguardo, s’è scatenato Roglic. Mas non ha fatto fatica a tenergli la ruota, mentre Landa si è gestito. Mikel ha perso qualche metro ma è rientrato abbastanza agevolmente portandosi dietro Skjielmose e Rodriguez. Carapaz è andato in affanno ma ha limitato i danni, perdendo, rispetto da Roglic, Mas e Landa solo 13 secondi. Più in difficoltà O’Connor che, come Yates, a loro ha lasciato 37 secondi. Non poco in uno spazio assai limitato. “Sapevo che era una tappa dura e che mi avrebbero attaccato, pensavo di tenergli la ruota”, afferma la maglia rossa. Poi, sulle prossime tappe aggiunge: “Quelle davvero dure sono venerdì e domenica. Mi concentro su di loro. Domani sarà un’altra giornata per una grande fuga”. Magari avrà ragione ma visto come sta andando questa corsa difficile pensare che domani nessuno dei big si muova. Che provi a dargli una passata.
Mikel Landa, per esempio, ha una condizione che sembra in crescendo e una grinta senza pari. Forse perché è uno dei pochissimi corridori, ma pochissimi davvero, che in bici si divertono anche. E appena tagliato il traguardo non scappa, non cerca la fuga. Il tempo di bersi una bottiglietta per reintegrare ed eccolo pronto. “Sto cercando tutti i giorni di ritrovare la gamba del Tour - afferma il basco della T-Rex -. In Francia ero al cento per cento, qui mi manca ancora un pizzico di freschezza, ma giorno dopo giorno le sensazioni sono migliori”. E cosa potrà succedere nei prossimi giorni? “Per me arrivano quattro tappe buone. Soprattutto Ancares, venerdì, mi piace. Ha cinque chilometri durissimi e tra queste è la giornata dove sio possono fare i distacchi maggiori”. Il faro per ora resta O’Connor. “Lo vedo solido, ma credo si possa battere. Non credo però che un giorno salterà, bisogna portargli via tempo giorno per giorno. Poco alla volta”. E se Mikel riuscisse nel colpaccio per la Spagna ciclistica sarebbe una festa enorme. Perché Landa è imperfetto, ma è anche vero, generoso, “valiente”. Qui è lui il corridore più amato.
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