Mathieu van der Poel è arrivato ieri sera al Centre Port-Royal, in mezzo ai boschi della Chevreuse, dove il team olandese ha stabilito la sua base per tutte le discipline ciclistiche. Ed è qui, a una cinquantina di chilometri da Parigi, che il campione del mondo in carica ha spiegato quali saranno i suoi obiettivi per questa Olimpiade. Van der Poel non punta semplicemente al podio, ma guarda oltre e vuole mettersi al collo quell’oro olimpico che ancora manca alla sua storia.
«Mi considero tra i più grandi pretendenti. La corsa su strada alle Olimpiadi è un altro grande obiettivo dopo le classiche di primavera - Ha detto l’olandese oggi a Saint-Lambert-des-Bois – Tra i favoriti non ci sarà solo la nazionale belga, il pericolo può arrivare da qualsiasi parte».
In termini di preparazione, Mathieu van der Poel è rimasto fedele a quello che aveva detto dopo le Classiche e per lui il Tour de France è stato l’allenamento perfetto per preparare la gara a cinque cerchi. «Inconsciamente guardi a quello che hai fatto l’anno scorso e cerchi di mantenere la stessa linea. Solo che questo è un anno diverso ed è stato anche un Tour diverso. L'ultima settimana in Francia, non è stata la stessa fatica dell'anno scorso con tutte quelle tappe di montagna. Penso che questa volta sono riuscito ad uscire dal Tour riposato. Nonostante le tre settimane di corsa fatte, avevo ancora bisogno di allenamenti duri e martedì ho fatto il mio ultimo lungo. Mi sento bene e spero di avere le stesse gambe di Glasgow e quella buona sensazione di freschezza».
Per Van der Poel questa è la prima esperienza alle Olimpiadi nella gara su strada. A Tokyo aveva preso parte alla gara di mountain bike, ma il risultato non era stato positivo.
La squadra olandese, oltre a Van der Poel, avrà anche Daan Hoole e Dylan van Baarle e con un percorso di 270 chilometri, non sarà facile controllare la corsa.
«Non sarà come nelle Classiche di primavera quando corri con la tua squadra e puoi controllare la gara fino a quando vuoi, qui sarà abbastanza diverso. Dobbiamo soprattutto fare attenzione e non farci sorprendere da un gruppo che vuole portare via la fuga con uomini delle nazioni forti, e se dovesse accadere allora la corsa sarebbe già finita. Tutti parlano di Butte Montmartre, ma questo non vuol dire che qualcosa dovrà accadere per forza su quella salita. Sabato sera vi dirò se Montmartre mi sarà piaciuta».
Van der Poel è uno dei favoriti, ma alle Olimpiadi possono accadere tante cose e oltre all’Olanda ci saranno altre nazioni che tenteranno l’assalto all’oro.
«A Evenepoel piace la fuga, ma non ci sarà solo la sua squadra. Anche i belgi non potranno controllare la corsa. Penso che la Gran Bretagna e la Danimarca saranno Paesi che potrebbero far bene».
Non ci saranno le radioline e l’olandese è favorevole a questa regola, che lascia al corridore la libertà di decidere come correre. «Mi piace correre senza gli auricolari per comunicare con la squadra. Sono favorevole. Come corridore in questo modo puoi decidere da solo. Questo di solito porta ad avere gare migliori rispetto all'essere guidati dall'auto di supporto e sarà un vantaggio per gli uomini che avranno un buon feeling con la gara».