Se ieri Pauline Ferrand Prevot non riusciva a smettere di piangere, oggi il suo compagno di squadra Tom Pidcock a malapena sorride. A differenza della collega francese che non era mai riuscita a vincere una medaglia olimpica, lui è riuscito a ripetersi dopo 3 anni e dopo aver rilasciato dichiarazioni a tv e giornalisti nella zona mista in conferenza stampa non ha troppa voglia di parlare ancora.
Forse è abituato troppo bene, forse è semplicemente stanco. In fondo è umano anche lui e oggi si è dovuto sudare non poco il successo in una prova caratterizzata da forature e colpi di scena. «Come ho detto da quando avevo vinto in Giappone ho pensato di volermi ripetere. La pressione quando punti al bis è diversa dalla “prima volta” quando anche se avevo vinto qualche tappa di Coppa del Mondo ero considerato un outsider. La sfida questa volta era molto più dura, le aspettative erano alte, nella preparazione e nella mia testa l'attesa è sembrata più lunga e faticosa. In corsa è successo di tutto e ho potuto rilassarmi solo tagliata la linea. L'avvicinamento a questo appuntamento mi ha tolto così tante energie che è difficile spiegarlo. Dopo la foratura sono rimasto calmo e concentrato, stressarmi non mi sarebbe servito a nulla. Koretzky so quanto è veloce nell'ultimo giro e con il tifo dalla sua ero sicuro non avrebbe sentito il mal di gambe, ma sapevo che se riuscivo a stargli vicino avevo una possibilità. È stata una bella battaglia, la rimonta è stata tutt'altro che semplice perchè la corsa ormai era esplosa e c'erano corridori “pargheggiati” ovunque ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene. Il tris a Los Angeles 2028? Non lo so, ora sono troppo stanco per pensarci e i programmi vanno fatti in altri momenti. Non escludo a priori l'idea di cercare il terzo titolo nella mtb con magari meno pressione, senza correre prima altre corse fuoristrada. Vedremo... Di solito dopo le gare di mtb svolgo un lungo allenamento su strada, questa volta invece riposerò per essere fresco per la prova in linea e stare con la mia famiglia, che ho sacrificato un po' per questo obiettivo» spiega il britannico che domani compirà 25 anni ma non esagererà con i festeggiamenti visto che punta a ben figurare anche nella prova olimpica su strada del 3 agosto.
Altrettanto stanchi ma decisamente più sorridenti il secondo e terzo arrivato. Il francese Victor Koretzky ha dichiarato: «Non mi immaginavo di ritrovarmi davanti così presto da solo ma la foratura di Tom ha scombinato i programmi e a quel punto ho pensato ad andare avanti del mio passo. Quando mi ha ripreso negli ultimi due giri me la sono giocata. Il fondo era molto ghiaioso, non so se per colpa della moto apripista e nell'ultima tornata quando avevo preso un minimo margine mi è scivolata un po' la ruota davanti, poi mi ha toccato sul finale ma fa parte della corsa. Tutti vogliamo l'oro e siamo disposti a correre qualche rischio. Pidcock ha dimostrato di essere il più forte e di meritarsi nuovamente l'oro».
Alan Hatherly ha compiuto un'impresa storica per il proprio paese mettendosi il bronzo al collo: «Vincere una medaglia olimpica è il sogno di chiunque, essere il primo ciclista sudafricano a riuscirci è speciale. Ci vorrà del tempo per rendermene conto»
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