Anthony Turgis oggi ha conquistato la vittoria più importante della sua carriera. Il francese della TotalEnergies è stato il più bravo nella tappa con gli sterrati e in una volata formata da un piccolo gruppo, è stato il più veloce sul traguardo di Troyes. «È stata una corsa pazzesca, sono anni che corro il Tour e vedo la telecamera sempre sugli stessi corridori – ha detto il trentenne francese - È incredibile partecipare ma vincere e pazzesco e oggi lo abbiamo fatta su una tappa dura, epica».
Sulla carta Anthony Turgis non era sicuramente il favorito numero uno per la vittoria, ma a sorpresa è stato proprio lui a vincer al termine di una delle tappe più criticate di questo Tour de France. «Sapevo che dovevo affrontare campioni fortissimi, ma sapevo anche che potevo essere tra i migliori in un gruppo ristretto lanciato verso il traguardo. E’ stato pazzesco perché la mia strategia era quella di giocarmi la vittoria così, ed ha funzionato».
Tanta la commozione e la gioia all’interno della TotalEnergies e anche Turgis nelle prime dichiarazioni è apparso emozionato per il risultato ottenuto. «Quando devi fare uno sprint guardi a destra e a sinistra e cerchi di capire chi potrebbe arrivarti vicino e quando ho passato il traguardo e ho capito che le telecamere puntavano su di me perché ero io il primo è stato incredibile».
In questa stagione il francese ha avuto dei problemi e anche degli infortuni e questa vittoria è il riscatto per aver tenuto duro anche quando le cose non funzionavano bene. «Durante la primavera ho avuto problemi, sono caduto e poi ho avuto altre difficoltà, ma questa vittoria ripaga veramente tutto il lavoro fatto».
Vincere non è mai facile e farlo quando sei al Tour de France e ci sono i corridori più forti del mondo, è veramente un’impresa unica. «Ho un profilo molto versatile, forse troppo. Ma sapevo che il traguardo era fatto per me, dovevo solo cercare di resistere e arrivare a giocarmi la vittoria allo sprint, perché so di essere veloce. Avevo paura di Pidcock e van der Poel, ma sono stato bravo ho resistito e le telecamere erano tutte per me».
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