Biniam GIRMAY. 10 e lode. Ci ha preso gusto e lo fa con la semplicità di chi ha il gusto di essere il migliore. Sarà anche di colore, sarà anche africano, ma questo ragazzo non è più motivo di colore, ma di talento purissimo, che è universale e assoluto. Oggi scrive un altro capitolo di storia e la sua appare già oggi bellissima. Ringrazia Dio e la famiglia. Ringrazia i compagni di squadra. Ringrazia i fratelli Jhonny e Alex Carera, in particolare Alex, al quale dedica la vittoria: oggi è il suo compleanno. Auguri anche da me.
Jasper PHILIPSEN. 6. Fa tutto giusto, tutto bene, senza cambi di direzione o scorrettezze, gli mancano solo un po’ le gambe, ma ci siamo. Non manca molto. Anche lui avrebbe voluto fare un regalo ad Alex, ma anche perdendo lo fa: primo e secondo.
Pascal ACKERMANN. 5. Il 30enne tedesco si getta nella mischia ma ne esce frullato.
Arnaud DE LIE. 5,5. Sembra il giorno buono, ma alla fine gli mancano watt. È il più giovane, ma in questo caso non è un vantaggio.
Dylan GROENEWEGEN. 5. Sta bene, lo si è visto, ma oggi la volata nemmeno la fa.
Jonas ABRAHAMSEN. 7. In una tappa insignificante, lui ci da un significato: tutto il giorno in fuga. Grazie.
Adam HANSEN. 2. Due per non aver proferito parola in due occasioni, per le vicende che hanno riguardato Davide Ballerini e Julien Bernard. Il primo per essersi fermato in strada lungo il rettilineo finale per ammirare lo sprint vinto da Mark Cavendish, il secondo ieri per essersi fermato per dare un bacio alla moglie che stava aspettando lì il suo passaggio con il figlioletto in braccio. Sulla miopia del collegio di Giuria ha già scritto alla perfezione il nostro Paolo Broggi, sul silenzio del sindacato dei corridori mondiali c’è poco da dire: è un silenzio semplicemente stordente. Fanno i galletti al Giro e le mammolette a casa dei Galli. D’altra parte Adam Hansen ha segnato la sua storia ciclistica per essere stato uno dei corridori più resistenti in circolazione, capace di correre Giro Tour e Vuelta nella stessa stagione. Per questo tipo di imprese occorreva mettersi in modalità “iron man”, mentre oggi da presidente mondiale dei corridori preferisce quello da “gum man”, uomo di gomma.