Istrionico e lucidissimo, umoristico e competente, cuore grande e profondità d'analisi. Stiamo parlando di Jens Voigt, uno dei più apprezzati opinionisti e "motocronisti" del team di Discovery/Eurosport. Ieri l'ex corridore tedesco ha risposto via Zoom alle domande di privilegiati giornalisti da tutta Europa, tra cui noi di Tuttobiciweb, a proposito dell'incipiente Tour de France che il broadcaster satellitare e OTT trasmetterà integralmente con dovizia di approfondimenti.
A condensare pienamente il personaggio, Voigt si presenta con mezz'ora di ritardo per una motivazione più che ottima: una donazione di sangue protrattasi nella mattinata. Nessuno se la prende, al contrario siamo tutti pervasi dallo stimolo di porgli quesiti e assorbire le sue risposte. Ve le riportiamo di seguito, raggruppate per temi.
DOPPIE E TRIPLE CHANCE «Se c'è qualcuno che possa riuscire a vincere tutti e tre i grandi giri in un anno, quello è eventualmente o Tadej Pogacar o Jonas Vingegaard. Ma c'è un motivo se nessuno ci è mai riuscito e nessuno centra la doppietta Giro-Tour da Pantani nel 1998: si tratta di dover spingere per tanto tempo con poco recupero in mezzo e non avere defaillance per oltre quaranta giorni, o sessanta se tenti la storica tripletta. A maggior ragione nella stagione olimpica non penso proprio che Tadej metta nel mirino la Vuelta a España, al limite può tentare il poker Giro-Tour-Olimpiade-Mondiali. Sicuramente un domani la Vuelta sarà un suo obiettivo per ottenere la "tripla corona" e non posso nemmeno escludere che, da cannibale e conoscitore della storia ciclistica, prima o poi proverà l'impresa dei tre grandi giri per entrare nella leggenda e alimentare i paragoni con Merckx. Così come penso tenterà di vincere la Parigi-Roubaix. Forse non l'anno prossimo, ma lo farà.»
IL TOUR SI DECIDE… SUBITO «Un bicampione in carica pagato quasi cinque milioni non viene al Tour de France per fare il gregario di lusso ed essere contento se centra la top-5: se un vincente come il danese della Visma Lease a Bike viene al Tour è perché sa di poter calare il tris, non dimentichiamocelo. Certo, voi direte, come può riuscirci uno che dal 4 aprile non deve affrontare una discesa a 90 all'ora o lottare in gruppo nei 20 chilometri conclusivi di una gara? Io credo che il grosso della Grande Boucle si giocherà nei primi dieci giorni: se Pogacar riuscirà ad ammazzare la corsa prima del giorno di riposo a Orleans, per il leader della UAE sarà fatta; se invece in quel blocco iniziale non si farà gara dura e non matureranno distacchi importanti, a quel punto emergeranno le fatiche del Giro mentre Vingegaard entrerà in condizione e potrà dettar legge. Per questo mi aspetto immediatamente un'aspra battaglia, anche perché, con quasi 60 km totali a cronometro dove Jonas e soprattutto l'iridato Evenepoel possono fare la differenza (già al settimo giorno c'è una crono, poi ci sarà quella finale in Costa Azzurra ndr) mi aspetto che lo sloveno provi a mettere pressione e margine sugli avversari già nelle due giornate inaugurali sugli Appennini Tosco-Emiliano-Romagnoli.»
TOP PARTERRE «Comunque non vedo una lotta solo tra loro due: c'è un Remco Evenepoel pronto a dare il massimo per metter loro i bastoni tra le ruote e c'è un Primoz Roglic che viene da un gran Delfinato e se vuole iscrivere il proprio nome sull'albo d'oro è "ora o mai più" data l'età. Con un quartetto stellare di favoriti, ci sono i presupposti perché sia la più bella edizione del decennio! Senza tralasciare una Ineos Grenadiers che ha il potenziale per piazzare mezza squadra in top-10, quindi se dovessero capitare imprevisti a qualcuno dei "magnifici 4" di cui abbiamo parlato, c'è un Thomas, un Bernal, un Rodriguez o un Pidcock pronto a prendersi il podio.»
CANNONBALL & CO. «Il modo migliore per aiutare Sir Mark Cavendish a vincere la sua "tappa da record" è… parlar male di questo suo tentativo e dire che non ha molte possibilità, così lui s'arrabbia e si carica per dimostrare che ci sbagliamo. Abbiamo visto negli anni quanti rientri in gruppo e ritorni alla vittoria sia stato in grado di fare, interpretando la vita e questo sport come una sfida: è un combattente e io sono dalla sua parte! Di sicuro sarà una lotta durissima per la maglia verde, non penso che ci sarà qualcuno troppo dominante allo sprint e, per quanto visto finora, temo che Fabio Jakobsen possa patire le salite e l'intensità. Comunque sono tutti molto forti e dipenderà tanto dalle situazioni della singola giornata, dalla condizione alla fortuna al lavoro dei treni: a questi livelli sono davvero mini-dettagli che decidono i 500 metri prima del traguardo.»
CAMBI D'EPOCA «Se il plotone accetta di far finire in volata le "tappe piatte" è perché il livello di preparazione generale e di solidità dei gregari è così alto che, se per ipotesi Pogacar e Vingegaard decidessero di attaccare insieme, non ce la farebbero ad arrivare fino in fondo come invece potevano riuscire Merckx o Hinault ai tempi. Quindi la maggior parte delle squadre preferisce non sprecare energie e in fuga ci vanno giusto i team con più bisogno di visibilità. Tanto più in una corsa come il Tour, dove tutti sono al 100% della forma e in pianura riescono a controllare i battistrada senza problemi. In compenso però, per motivi di sicurezza onde evitare troppe volate caotiche una in fila all'altra, gli organizzatori non fanno più le settimane iniziali completamente pianeggianti: oggi c'è qualche frazione per velocisti in meno e più percorsi vallonati fin dall'inizio, il che rende ancor più impegnativa la gara ma apre possibilità per molteplici corridori.»
STORICO EPILOGO «Apprezzo molto la scelta di ASO, una volta resosi necessario sostituire la passerella parigina causa Olimpiadi, di piazzare come ultima tappa una crono: la maglia gialla si deciderà in quegli ultimi 33,7 km pieni di pathos, nervi e rischi. Sarà un thriller tutto da seguire, ricordiamoci cosa successe l'ultima volta che il Tour si è concluso con una prova contro il tempo: fu la beffa di LeMond ai danni di Fignon col minor distacco in classifica di sempre...»
USATO SICURO E CONFRONTI «Vero che ci sarà un inizio piuttosto duro e la terza tappa con la probabile volata di Torino sarà particolarmente lunga per gli standard odierni (230 km) però nel complesso delle tre settimane lo schema attuale del Tour de France rimane invariato: equilibrio tra sprint, media montagna, arrivi in salita e cronometro, circa 3500 km di distanza totale. Puoi distribuire le altimetrie e le planimetrie in modo diverso, invertire l'ordine di Pirenei e Alpi, ma la sostanza è sempre la stessa. Sarà piuttosto interessante osservare la differenza col Giro, laddove RCS ha diminuito il dislivello complessivo mentre il Tour l'ha mantenuto uguale: quest'anno la corsa francese ha circa ottomila metri in più, staremo a vedere.»
ITALY! «Le partenze dall'estero sono ormai un'abitudine e, anzi, questa è meno stressante di altre perché essendo Oltralpe si tornerà in Francia "naturalmente" passando il confine nella quarta tappa. La partenza italiana sarà impegnativa non per il Paese in sé ma perché prevede già un bel dislivello, inoltre penso che sarà il solito tripudio di pubblico. A proposito, adoro l'Italia! Anche il peggior caffè dell'autogrill è buonissimo, per non parlare della pasta e del vino rosso… oltre a queste meraviglie, mi piace il vostro modo di parlare, gesticolare e soprattutto mettere passione in ogni cosa che fate. Vi dirò: sebbene sia meno glamour e un po' meno perfettamente organizzato, trovo che in un certo senso il Giro d'Italia abbia più charme del Tour de France. C'è un'atmosfera "leggera" che può propiziare scenari divertenti e imprevedibili.»
DIVARIO IN AUMENTO «Nel ciclismo accade ciò che è accaduto nel calcio: alcuni squadroni diventano sempre più ricchi e finiscono per dominare sul resto del World Tour. Diventa complicato per gli "altri" trovare i propri spazi e competere realmente coi top team che si spartiscono l'80% delle vittorie più prestigiose: ci sono formazioni come Education First e AG2R Decathlon che provano a sovvertire il copione con budget più contenuti, ma dobbiamo constatare che i soldi possono comprare il successo e che la situazione rischia di diventare sempre più problematica. Del resto, chi risponderebbe a un'offerta da 50 milioni dicendo "no grazie, non lo troverei corretto per il ciclismo"?»
PRONOSTICO A 5 CERCHI «Dato che i corridori, che come detto saranno al top della forma per il Tour, avranno poi qualche giorno per riposarsi per Parigi 2024, penso che il campione olimpico sarà uno di coloro che poco prima avranno disputato il Tour de France.»
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