È proposta questa penultima tappa, tutta veneta, come l’ultima possibilità per muovere la classifica, almeno nelle posizioni alle spalle dell’assoluto dominatore che, magari, probabilmente, reciterà un “one man show” per mettere nel suo capace carniere, un’altra vittoria a dimostrazione della sua assoluta superiorità nel suo primo Giro d’Italia. Un’ipotesi assai plausibile, in linea con la sua voracità sportiva e la predisposizione a dare spettacolo quando la strada sale, e non solo. Questo ha fatto trasparire nelle sue dichiarazioni e, di solito, Pogacar alle parole fa seguire fatti concreti, come è stata riscontrato in queste tre settimane di dominio assoluto. Mano di ferro in guanto di velluto, verrebbe da dire, per non parlare delle sue gambe e della sua classe.
§ E il terreno, con la doppia scalata al Monte Grappa, si presta ad un’impresa per suggellare e firmare il suo primo, trionfale, Giro d’Italia. Allo sloveno compete la scelta in quale modalità intenda affrontare la tappa.
§ La tappa di ieri, assai movimentata e vivace da protagonisti della fuga, ha visto l’affermazione di primo rilievo, in solitaria, di Andrea Vendrame, coraggioso, e pure saggio, nella condotta di gara con il gruppo, anzi il gruppetto, dei migliori che ha pedalato di conserva, in attesa della probabile resa dei conti di oggi.
§ Ospita la partenza Alpago, provincia di Belluno, comune che ha recentemente inglobato altre località del piacevole altopiano, nella zona del Cansiglio, con più in basso l’esteso lago di Santa Croce, condiviso anche con la provincia di Treviso, dove la corsa approda subito dopo la Sella di Fadalto. È la seconda partenza dall’Alpago dopo quella del 2017 con arrivo a Corvara in Val Badia vinta dal colombiano Esteban Chaves precedendo Kruijswijk in maglia rosa.
§ Il tracciato trova il susseguirsi di località ricche di storia, anche ciclistica, per gare e corridori di gran rilievo, come Vittorio Veneto e affrontare lo strappo, oramai abituale, del Muro di Cà del Poggio, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Pieve di Soligo nel paesaggio dei curatissimi vigneti dove origina il Prosecco. Si passa lo storico ponte di Vidor sul Piave per continuare verso il Montello per Crocetta, Cornuda, Pederobba, Possagno avvicinando sempre più il massiccio del Grappa dove, dopo Crespano, a Semonzo inizia la prima scalata dal versante più impegnativo dei vari che conducono in cima. Qui, dal bivio del Sacrario, si entra nella provincia di Vicenza, e inizia la discesa per Ponte San Lorenzo, Campo Solagna fino a Romano d’Ezzelino per tornare in provincia di Treviso ritrovando Semonzo ed affrontare di nuovo la salita sul medesimo percorso, così come la discesa che, questa seconda volta, dopo solo km. 4 dalla sua fine, propone il traguardo nella nota e caratteristica città di Bassano del Grappa che, per la nona volta, propone un traguardo – e che traguardo questa volta – del Giro.
§ Il doppio Monte Grappa, con i suoi “numeri” distintivi, è l’indice rivelatore delle sue difficoltà altimetriche che lo propongono quale palcoscenico di un’attesa recita.
§ I precedenti vincitori sono, in cronologico, Ettore Meini, Giuseppe Olmo, Fausto Coppi, Giovanni Corrieri, Walter Godefroot e poi il suo connazionale Eddy Merckx per terminare con Guido Bontempi e, infine, nel 1992, il veneziano Endrio Leoni.
§ Il ciclismo, sia strada, sia pista con il velodromo Rino Mercante, è sempre vivace nella zona con protagonisti in serie continua.
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