È una voce. Che circola insistente nelle vie di Livigno e rimbalza nelle frazioni, fa tappa negli alberghi delle squadre e rotola sulle strade sulle quali i tanti corridori - impegnati al Giro e non - si stanno allenando.
È una voce. E tale speriamo che resti. Ma circola e va: scorre. È una voce che inquieta: la tappa di domani, già ridimensionata con il "taglio" dei tre chilometri finali dello Stelvio e la Cima Coppi posta in vetta all'Umbrail Pass seguita dalla picchiata verso la Svizzera, potrebbe essere ulteriormente mutilata.
È una voce che parla di possibile pioggia al gpm, di basse temperature (difficile che siano alte a quota 2.400 e rotti metri), di discesa da affrontare e da... evitare, di possibile cancellazione anche dell'Umbrail Pass con partenza in discesa verso la Svizzera e il Giro d'Italia ancora una volta a pagare dazio.
È una voce che gira con insistenza e proprio questa insistenza la rende ancora più realistica. Noi speriamo che resti una voce, perché il Giro d'Italia - che negli ultimi anni ha subito evidenti sfregi come a Morbegno e come nella tappa del Gran San Bernardo (Crans Montana) - non debba essere ferito un'altra volta.