Finalmente un attacco serio, deciso, feroce a Pogacar. Lo sloveno che vince facile ha finito di fare la bella vita. Per un lungo tratto, un interminabile incubo, ha perso virtualmente la sua maglia rosa. E pure il calzoncino. Troppo forte il suo avversario, altro che Thomas e Bardet: l'Uci in persona.
Per diverse ore suspense e apprensione. Non s'è parlato d'altro. Mi dicono: tu è dall'inizio che non parli d'altro, di Pogacar (e me ne vanto perchè di mestiere faccio il giornalista, la beneficenza la faccio in un altro modo), ma in questo caso lui c'entra solo come vittima. Il protagonista vero è il suo body da leader.
La cronaca, parla la cronaca nuda e cruda. All'indomani della conquista su a Oropa, alla squadra di Pogacar viene consegnato il nuovo body del primato, marca Castelli, fornitore ufficiale del Giro (curiosità: chi conquista una classifica, non può più vestire i capi del suo fornitore, ma solo quello del Giro). In questo caso, il nuovo body è rosa sopra e granata sotto, area calzoncino. Granata è una parola grossa: agli umani sembra subito ciclamino, tant'è vero che il 97,46 per cento della carovana e dei tifosi corre subito a controllare le classifiche, credendo sia sfuggita la conquista da parte di Tadej pure della maglia a punti. Momenti di confusione, poi tutto viene chiarito: non è ciclamino, babbei, daltonici, è granata. La verità vera è che il granata (ciclamino) vuole essere un commovente omaggio al Grande Torino, ricordato alla partenza nell'anniversario dell'immane tragedia. Caso mai non fosse chiaro, come non è chiaro, c'è pure una dicitura: piccola, ma c'è. Va bene, tutto a posto: il Pogacar bicolore parte e la faccenda sembra chiusa lì.
Ma è a questo punto che si scatena la bagarre: attacca l'Uci. Il team di Pogacar, la Uae, viene investita da una telefonata per niente soft direttamente dal potere centrale. Di quel body nessuno ha saputo niente, lassù, come invece sarebbe previsto dal rigido regolamento per qualunque variazione cromatica. Attenzione attenzione, direbbe Adrianone Dezan, che il Cielo lo abbia sempre in gloria: maglia rosa a rischio. Come da regolamento, la pena parte da una pesante multa, ma arriva fino alla squalifica. Cioè Pogacar a casa.
Agitazione, consultazioni, polemiche. Ovviamente in casa Uae si liberano subito del capino fuorilegge e rispediscono al mittente, cioè all'organizzazione, il cerino acceso. E ci mancherebbe altro. Quanto all'organizzazione, è una generale caduta dal pero. A quanto pare, nessuno ne sa nulla. Come nei vecchi corridoi dell'Inps, chiedere all'altro ufficio. Ma nessun ufficio ha la vera spiegazione. Resta il fatto: il fornitore ha fornito il body, l'organizzazione l'ha fatto vestire, Pogacar l'ha vestito. Ma nessuno dell'organizzazione ha mai chiesto l'autorizzazione all'Uci. Nel dorato mondo degli uffici marketing e dei centri studi comunicazione, prevale la gloriosa tradizione del metodo alla carlona.
Punto e a capo. La situazione, al momento, va definita “in evoluzione”. Attesi nuovi colpi di scena. Non escluso quello di un'approvazione postuma dell'Uci, per via della sua ben nota intransigenza. Alle volte, i luoghi comuni: uno pensa a chissà quali livelli di organizzazione arrivi il grande mondo dell'alta gamma, salvo poi scoprire nella magra realtà il livello vero. A braghe calate.