La figura di Andrew August non passa inosservata. Minuto, agile e dai lineamenti che non mascherano affatto la sua giovane età, quello della classe 2005 di Rochester è un profilo che non può non spiccare fra la silhouette imponente di Filippo Ganna e quella navigata di Geraint Thomas, suoi compagni a un Tour of the Alps dove la Ineos-Grenadiers (squadra in cui è passato professionista da quest’anno) si è schierata al via con più di qualche ambizione.
Andrew è chiamato ad alimentarle mettendo in campo quelle qualità che hanno convinto la formazione britannica a firmarlo fino al 2026, un periodo dove il giovane statunitense è chiamato a crescere, prendere confidenza con il mondo professionistico e cercare di migliorare passo dopo passo. I primi August li ha fatti questa stagione venendo subito buttato nella mischia in corse infernali come la Parigi-Roubaix e altre impegnative come il Tota, entrambi eventi questi a cui, coi suoi 18 anni, egli è risultato il più giovane al via.
«È una cosa a cui cerco di non pensare troppo» ci ha detto a riguardo August. «Non aggiunge pressione perché io cerco solo di aiutare la squadra il più possibile, stare in gruppo e imparare più che posso. Quest’anno credo che per me la cosa più importante sia abituarmi a correre nel gruppo dei professionisti. Che consigli mi hanno dato Thomas e gli altri compagni? Di prendere tutto ciò che viene e godersi tutto il più possibile per avere una lunga carriera».
Una carriera che si prospetta ricca di fatica, avventure, momenti felici e altri più complicati. Un primo assaggio in questo senso August lo ha avuto nel corso della terza tappa della manifestazione dell’Euregio, una frazione contraddistinta da pioggia e temperature invernali.
«A Schwaz ho imparato che fa ancora più freddo quando piove. È stata sicuramente una tappa brutale. Il freddo più intenso che abbia mai sentito in gara. Mi era già capitato di allenarmi al freddo, ma non avevo mai corso così sotto la pioggia».
August, prima del Tota, non aveva nemmeno mai corso in Italia, una “prima volta” che si aggiunge alle tante che il prodotto dell’Hot Tubes Development Cycling (che nel tempo libero ama «giocare a golf e passare del tempo con gli amici») ha già messo in tasca quest’anno e alle altre che assommerà nei prossimi mesi. Nell’insieme ogni esperienza fatta potrà rivelarsi utile per arrivare a tramutare in realtà quelle che oggi egli considera essenzialmente delle speranze.
«Mi auguro di diventare un corridore da classifica generale in futuro. È la mia ambizione». Solo il tempo ci dirà se vi sarà riuscito.
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