E’ già alta un metro e mezzo, ma arriverà a tre. Conta già fiori e gemme, ne godrà a collane e grappoli. Ha una funzione ornamentale, l’avrà anche simbolica e rappresentativa.
Una magnolia stellata rosea per Gino Bartali. E’ stata piantata domenica scorsa nel Giardino dei giusti di Casaloldo, nel Mantovano, un luogo della memoria inaugurato nel 2021 e già insignito di alberi per – fra gli altri - Nelson Mandela e Papa Giovanni XXIII, fra via Calvino e via Ungaretti, accanto ad altalene e scivoli.
La piantumazione con Gioia Bartali, figlia di Andrea e nipote di Gino, la sindaca Emma Raschi, i rappresentanti del Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide) Anna Maria Samuelli e Pietro Kuciukian, e Vito Fiorino, il falegname con la passione per la pesca che il 3 ottobre 2013 soccorse e salvò 47 migranti naufraghi nel mare di Lampedusa. Nella stessa circostanza un albero anche per don Angelo Aroldi, che per il suo paese si era prodigato anche aprendo l’oratorio e costituendo la sezione dell’Avis, ricordato dal parroco don Alberto Buoli.
Bartali continua a pedalare. In piazze e vie, in libri e saggi, in busti e statue, in musei e chiese, in scuole e biblioteche, al Giro e al Tour, e nei giardini dei giusti. La sua vivacità in corsa, la sua doppia vita in allenamento durante la Seconda guerra mondiale. La sua resistenza fisica, il suo rigore morale. Le sue vittorie agonistiche, i suoi valori spirituali. Radici per terra e testa al cielo, adesso Ginettaccio è anche a Casaloldo, al vento, al sole, sotto la pioggia, stellato e roseo come ha meritato sui pedali.
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