Barba curata, buon umore e tanta grinta. Sotto lo splendido sole maiorchino, Gianni Moscon ha cominciato ufficialmente la sua nuova avventura con la Soudal-QuickStep, prendendo il via del Trofeo Calvià. Il Trattore della Val di Non ha già messo nello scaffale dei ricordi poco piacevoli il biennio in Astana e riparte da una delle squadre più forti del mondo, che negli anni ha saputo motivare e ristabilire tantissimi corridori. Moscon riparte proprio da qui.
Gianni, come hai trascorso l’inverno?
«Sto bene, l’inverno è filato via liscio e non è mai una cosa scontata. Ho imparato sulla mia pelle che se cominci l’anno non al meglio poi diventa molto difficile aggiustare il tiro solo con le corse. Quindi, dai, ci sono i presupposti per cominciare al meglio questa stagione. Qui a Maiorca c’è il primo banco di prova che mi dirà come ho lavorato. La squadra mi ha accolto bene, si è venuto subito a creare un bel feeling e non potevo chiedere di meglio».
Cosa attendersi da questa settimana maiorchina?
«L’inizio non è certo soft, già in questa prima gara ci siamo trovati 3 mila metri di dislivello e di corridori che vanno forte ce ne sono già parecchi. A qualcuno serve pochissimo tempo per entrare in forma e a gennaio vanno già a tutto gas».
E tu invece?
«Io di solito necessito di un po’ di rodaggio in più, ma in passato a Maiorca non sono andato male, quindi vediamo come sono messo rispetto ai miei avversari. Anche in base a come risponderò in queste corse vedremo come portare avanti la preparazione».
Vieni da due anni difficili. Smaltiti gli acciacchi?
«I problemi fisici che mi avevano condizionato nel 2022 li avevo già risolti l’anno scorso. Il problema è stata la frattura della clavicola a inizio anno, sono stato costretto a rientrare in fretta, troppo, e come conseguenza mi sono ritrovato con una condizione fisica pessima per tutto il resto della stagione. In più ho sempre partecipato a corse di altissimo livello, in cui non ci si poteva inventare nulla. Insomma, è stato un 2023 da dimenticare ma per me è già il passato e guardo con fiducia a quest’anno».
È difficile resettare mentalmente?
«Non è facile ovviamente, ma nel momento in cui risali in bici e le sensazioni sono positive cambia tutto. Non sono uno che si ancora a ciò che è accaduto in passato, quindi per me è già tutto in archivio. Ci penso solo se mi viene chiesto. Questo inverno abbiamo fatto le cose a modo, quindi mi piacerebbe davvero raccogliere qualche frutto».
Cosa chiedi al tuo 2024?
«Dopo due anni così porsi un obiettivo specifico sarebbe poco umile e anche poco realistico. Tornare ad essere competitivo sarebbe già un bel punto di partenza, se poi vedrò di poter stare davanti e di avere le gambe giuste allora magari potrò cominciare a mettermi in testa qualche target».
Dove ti vedremo?
«In linea di massima il calendario è simile a quello degli anni scorsi, con Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e poi le classiche del Nord. Grandi Giri? Ancora non so nulla, vediamo come va questo inizio di stagione».