Che settimana veneta per Florian Vermeersch, tra strade asfaltate, bianche, erbose e sterrate: secondo al Mondiale gravel dietro Mohoric, terzo al Giro del Veneto l'altroieri, vittoria oggi alla Serenissima Gravel. Il 24enne belga della Lotto Dstiny ha affinato la gamba e la testa finché sul pavè di Cittadella oggi ha centrato il successo sull'altro Vermeersch, portacolori dell'Alpecin Deceuninck che il pionieristico Mondiale di specialità l'aveva conquistato proprio qui l'anno scorso. Erano i più attesi alla vigilia, non solo per la curiosa omonimia slegata da qualsiasi parentela, ma perché apparivano i profili più adatti a giocarsela. A confermarcelo, in un certo senso, è lo stesso Florian nel post-gara: «Ero sicuro che, senza episodi sfortunati, avevo la forma fisica e mentale per arrivare fino in fondo. A 1500 metri dall'arrivo Simone Velasco ha provato un attacco, allora io e Gianni abbiamo contrattaccato e, al termine della rampa finale, abbiamo preso di petto la stretta curva a sinistra sotto la Porta che introduceva al rettilineo finale: pur nella fatica avevo la lucida consapevolezza di farcela, lui ha provato a giocare d'anticipo e io ho sprintato... a pieni polmoni. Il mio gesto del "zittire" sul traguardo? Preferisco non spiegarlo, è stata la foga del momento.»
Del resto, le gare gravel anche se totalmente piatte mettono alla prova la resistenza atletica e la tenuta psicologica: «Queste corse fanno selezione naturale, le ruote del gruppo si possono perdere gradualmente via via che il plotone si sfilaccia e a un certo punto ti accorgi di quanto sia difficile rientrare. E quindi, anche in contesti con partecipanti di alto livello, è facile che ti ritrovi nelle fasi conclusive in un gruppetto ristretto come oggi: e vi dirò, io preferisco queste situazioni dove il gioco di squadra viene meno rispetto che sulla strada, e ciascuno se la deve giocare con la propria classe. Al limite mi ha sorpreso di più che Delaplace dell'Arkea Samsic sia riuscito a chiudere quarto nonostante abbia usato una bici normale!»
Dopodomani, per Florian Vermeersch come per tantissimi suoi colleghi, la Veneto Classic con quadruple Rosina e Tisa e poi un altro assaggio di off-road con la Diesel Farm prima dell'arrivo di Bassano del Grappa, costituirà l'ultima gara stagionale. Una varietà di terreni che caratterizza la settimana delle corse di Pozzato: «Mi piace quest'alternanza, anche tra le stesse gare su strada: l'altroieri circuito esplosivo per gli uomini che resistono in salita ma hanno lo spunto, domenica invece sarà più dura.»
Infine, la chicca. Questo ragazzo ora ha nel proprio palmarès una vittoria stradale (la semiclassica di Anversa) e la Serenissima Gravel di oggi. Anche ad Anversa c'era un tratto sterrato, per quanto ovviamente minore. E clamoroso a dirsi, anche in quell'occasione Florian vinse il duello con Gianni Vermeersch! Coincidenze a parte, ci viene spontaneo chiedergli cosa ami di più in definitiva tra asfalto e fuoristrada: «Io sono uno stradista - chiarisce subito Florian - ma mi stuzzica parecchio aggiungere una coda sterrata alla mia stagione, sia col gravel che col ciclocross. Se questa corsa rimarrà con questo calendario, mi rivedrete sicuramente.»