QUARTO MANDATO PER I PRESIDENTI. CI SPERA ANCHE MALAGO', CHE HA PERO' IL PIANO “B”: LA FEDERCICLISMO

POLITICA | 14/08/2023 | 10:12
di Pier Augusto Stagi

Saranno forse solo discorsi da bar o da spiaggia, che animano l’estate italiana dei salotti buoni della politica sportiva, ma ad un anno dall’inizio della campagna elettorale per i rinnovi delle cariche federali, qualcosa si comincia già a muovere. Soprattutto c’è chi pensa il da farsi e, se c’è qualcuno che pensa, ce ne sono almeno altri cento che ne parla bisbigliando, celiando e no.


Con un emendamento al decreto PA2, approvato dal Parlamento nelle Commissioni affari costituzionali e lavoro della Camera è stato dato il via libera qualche settimana fa all’abolizione del tetto dei tre mandati per i presidenti delle federazioni sportive. Dal quarto mandato in avanti sarà necessario avere una maggioranza dei due terzi dei voti validamente espressi. Manca ancora l’approvazione da parte del Senato, ma il provvedimento può essere considerato certo.


Questo provvedimento consentirà a numerosi presidenti di federazioni, che erano già al terzo mandato di ricandidarsi e, se rieletti, restare alla guida delle rispettive Federazioni come Luciano Rossi (Fitav), Franco Chimenti (Golf), Sabatino Aracu (sport rotellistici), Angelo Binaghi (tennis e Padel) e via elencando.

Per quanto riguarda la presidenza del Coni – il presidentissimo Giovanni Malagò è anch’egli al terzo mandato – si dovrebbe (il condizionale in questo caso è d’obbligo) andare verso l’eliminazione del limite al numero dei mandati, ma in materia non è ancora stata fatta chiarezza.

In questa estate torrida rianimata da Nerone, in certe spiagge si conciona di strategie e piani B. Una riguarda proprio la figura apicale del nostro sport, della nostra Federazione, perché a pensarci è nientemeno che il numero uno dello sport tutto, uomo di esperienza e di esperienze a tutto campo, parlo di Giovanni Malagò.

Cosa c'entrerebbe il numero uno dello sport italiano con il ciclismo? Al momento poco, se non che da sempre riserva grande attenzioni al nostro beneamato sport e non ha mai nascosto il proprio interesse e la propria passione per le due ruote, ma il ciclismo potrebbe essere il suo piano “B”. I bene informati assicurano che nel caso non si dovesse avverare l’eliminazione del limite dei mandati per la presidenza del Coni, quella alla Federciclismo potrebbe essere un’opzione. Se questo dovesse accadere, non ci sarebbe nulla di clamoroso: il profilo di Giovanni Malagò è chiaramente lì da leggere e mandare a memoria. Il numero uno dello sport italiano sa cosa significhi la politica sportiva e sa perfettamente cosa fare nel caso dovesse decidere di scendere in campo. In questo caso la sfida sarebbe fin da subito elettrizzante: un uomo “fatto in casa” come Cordiano Dagnoni, espressione fin dalla nascita del mondo delle due ruote perché proviene appunto da una famiglia ciclistica vs Giovanni Malagò, eccellenza sportiva di primordine con visione internazionale e tante altre cose a corredo.

Se questi siano solo discorsi da bar o tutt’al più da spiaggia non lo sappiano, ma che qualche ragionamento in tal senso lo si stia facendo questa è una certezza. Nel frattempo, andiamoci a fare un bagnetto e poi, tra un Negroni e un Manhattan con tanto ghiaccio, cominciamo a pensare cosa è meglio per noi.

 

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COMMENTI
Le Leggi e le Regole, queste sconosciute.....
14 agosto 2023 17:45 angelofrancini
Che il limite ai mandati alle presidenze federali, imposto con la Legge 8/2018, non avesse alcun solido fondamento lo si rileva dal Decreto Melandri 242/1999 (e successive modifiche) ove le Federazioni Sportive Nazionali vengono identificate come "associazioni aventi natura giuridica di diritto privato".
Acclarata questa identificazione legislativa, tuttora vigente, creava perplessità constatare come potesse essere imposto ad un "associazione privata' un limite ai mandati elettivi dei suoi dirigenti (anche a livello regionale e provinciale): materia regolata dal Codice civile ad oggi mai modificata.
Tanto più che la Legge 8/3018 nelle note allegate all'art. 5 prevedeva che, le regole che andava ad imporre, non si applicassero alle altre Federazioni Sportive Nazionali, quali Automobile Club d'Italia, Aeroclub d'Italia e Unione Italiana Tiro a Segno la cui disciplina era regolata da Statuti emanati dal Parlamento, stante la loro figura giuridica pubblica.
Ed allora come si era legittimo imporre un limite ad associazioni private (FSN, DSA ed EPS) senza poterlo imporre ad associazioni pubbliche?

Il Parlamento invece ha tutto il diritto di imporre regole nuove al Coni, essendo un ente pubblico: il problema non è imporre alle FSN, DSA e EPS un limite ai mandati dei suoi dirigenti, ma semmai volendo il Parlamento limitare i mandati negli Organi Coni (Consiglio Nazionale e Giunta) stabilire per Legge un limite ai mandati dei singoli dirigenti federali che formano tali due organi del Coni. Quindi stabilendo, per ipotesi, che qualora il Presidente di una Federazione abbia raggiunto il limite dei tre mandati in CN o GE del Coni, la Federazione in oggetto debba nominare un'altra figura per ricoprire tale carica.
Altrimenti si stabilisce una norma che per evitare i furti si debbano chiudere tutte le attività.....

Malagò alla presidenza della FCI.
Ha già fatto un simile tentativo alla Federbasket, raccogliendo un bel due di picche....
Poi chi dice che l'elezione del nuovo Presidente federale sarà fatta su Dagnoni vs Malagò: forse coloro che non valutino quanti danni abbiano fatto entrambi al movimento sportivo italiano.
Del quale entrambi non si sono assolutamente interessati, lasciando andare allo scatafascio la struttura organizzativa centrale nei rispettivi ambiti.
Una prova: recentemente il CN del Coni ha modificato lo Statuto dello stesso ente, dimenticandosi che non ne ha la competenza per Legge.....!!!!!

Ad Andrea Abodi, Ministro dello Sport ed amico di vecchia data, auguro di essere superpartes negli interessi dello sport italiano.

La Federciclismo deve restituire al ciclismo il rispetto che merita
14 agosto 2023 19:57 marco1970
Tra Dagnoni e Malagò non saprei scegliere.Entrambi non hanno saputo restituire al ciclismo visibilità ,rispetto e dignità. Questi signori si sono accorti che a livello mediatico italiano i mondiali di ciclismo sono rimasti nell'ombra contrariamente ai mondiali svoltisi in contemporanea della scherma e del nuoto.Non si è mai visto un servizio sui TG relativo alle due ruote ,finiti i mondiali di nuoto e scherma è clato il dimenticatoio sul ciclismo.Un presidente di federazione e un presidente del CONI avrebbero dovuto promuovere delle proteste verso chi di dovere di fronte a quello che ha tutti i connotati di un boicottaggio.

Mah
15 agosto 2023 08:22 lupin3
Rieleggere Dagnoni sarebbe abbastanza allucinante vista la mancata realizzazione della maggior parte del suo programma elettorale. Non che sia facile salvare il ciclismo in Italia, ma almeno tentarci...

Non mi piace Dagnoni ma
15 agosto 2023 09:38 Cyclo289
Malagó no, per carità.
Così cone qualsiasi altro possibile "papa straniero".
Il mondo del ciclismo italiano ha al suo interno figure dirigenziali valide quante ne vogliamo, senza ricorrere a pescarne dall'esterno.

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