Di Sepp Kuss se ne parla sempre davvero troppo poco. D’altronde è un corridore che da quando è arrivato in Jumbo-Visma le luci della ribalta ha preferito lasciarle costantemente agli altri, non le ha mai reclamate anche se avrebbe avuto tutto il diritto di farlo.
Dal 2018 è una tassa da pagare per tutti gli avversari dei calabroni; se viene schierato in un Grande Giro, il suo capitano di turno può stare certo che potrà lottare fino alla fine per la maglia rosa, gialla o rossa che sia. Ha preso parte a 10 corse a tappe di tre settimane, affiancando perlopiù Primož Roglič, ma ultimamente anche Jonas Vingegaard si sta rendendo conto di quanto sia prezioso questo 28enne americano, del Colorado.
Ebbene, nei 10 Grandi Giri svolti, il suo capitano per 8 volte è salito sul podio finale, una volta ha chiuso 4° (Steven Kruijswijk alla Vuelta 2018) e un’altra volta Sepp ha dovuto alzare bandiera bianca anzitempo - alla Vuelta 2022 - lasciando il capitano Roglič, poi ritirato a sua volta per una caduta, senza la spalla più preziosa in salita. È stato parte attiva, anzi attivissima, del triplo successo di Roglič alla Vuelta e al Giro di quest’anno, e di Vingegaard al Tour lo scorso anno. A modo suo, può dire di detenere la tripla corona.
Certo, con capitani così è tutto più facile, ma è sotto gli occhi di tutti quanto il suo apporto sia stato fondamentale in questi anni; quando in salita decide di aprire il gas, è chiaro segnale che la Jumbo-Visma ha intenzioni serie. Sepp spiana la strada, Primož o Jonas ringraziano e planano verso questo o quell’altro traguardo.
Qualche bella soddisfazione in carriera se l’è tolta anche lui, una tappa alla Vuelta 2019, una al Delfinato del 2020 e una al Tour del 2021, ma per come va in salita ne avrebbe probabilmente altre in saccoccia. Ma a lui va bene così, fare il capitano in un Grande Giro è un altro paio di maniche, soprattutto dal punto di vista mentale, e Kuss si tiene stretto il titolo di miglior gregario del mondo in salita, avendo magari spazio in qualche breve corsa a tappe.
Per battere Vingegaard, Tadej Pogačar dovrà vedersela anche contro il suo scudiero.