Oggi si pedala nel mito: non si può definire altrimenti la Longarone - Tre Cime di Lavaredo, diciannovesima tappa del Giro d'Italia con 183 km da percorrere. È il classico tappone dolomitico con cinque salite in successione senza tratti di respiro.
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Dopo la partenza e la risalita della valle del Cordevole (si passa per Belluno, Agordo e Alleghe) si scalano i passi di Campolongo (2a categoria), Valparola (1a categoria), Giau (1a categoria) e Tre Croci (2a categoria) prima della salita finale al Rifugio Auronzo (1a categoria). Le strade sono tutte in ottimo stato, abbastanza larghe e presentano nella prima parte un paio di gallerie ben illuminate.
La salita finale è molto dura: i primi 1,5 km con pendenze fino al 18%, poi falsopiano che porta al Lago di Antorno e quindi discesa veloce fino ai 4 km dall’arrivo dove si ricomnicia a salire con pendenze del 12% con punte massime del 18% nel finale.
UN OCCHIO AL TERRITORIO
La partenza da Longarone rende omaggio alle vittime della tragedia del 9 ottobre 1963 quando l’esondazione del Lago del Vajont distrusse il paese causando 1.910 vittime. A loro è stata dedicata la Chiesa di Santa Maria Immacolata con all’esterno il memoriale delle Vittime del Vajont e il museo Pietre Vive. Il passaggio a Agordo offre un bel colpo d’occhio sulle Dolomiti bellunesi, in particolare sul Monte Agner, sulle Pale di San Lucano e sulla Moiazza. Una passeggiata nelle vie del centro ricorda un passato prospero, quando il paese era un importante centro minerario e non a caso la cinquecentesca Villa Crotta - De’ Manzoni in origine residenza dei proprietari del Centro minerario della Valle Imperina, a sua volta visitabile, è il monumento più fastoso di Agordo. Sono opera di giovani artisti contemporanei, invece, le decine di graffiti che ricoprono le facciate delle case nelle frazioni di Parech, Prompicai e Toccol.
Alleghe, distesa sulle sponde del lago omonimo e ai piedi del Civetta offre una pausa di relax. Il periplo del lago a piedi richiede un paio d’ore, certamente ben spese.
Sosta d’alta quota a Passo Valparola. Il restaurato Forte Tre Sassi custodisce numerose testimonianze dei combattimenti avvenuti su queste montagne tra il 1915 e il 1918. Sono oltre duemila i cimeli in mostra tra armamenti, divise e attrezzature dell’epoca. Appena più a valle la stazione di partenza della Funivia del Lagazuoi invita a un fuori rotta indimenticabile. Dalla terrazza del Rifugio collocato a 2.752 metri di quota accanto all’arrivo della funivia si gode la miglior vista sulla conca di Cortina d’Ampezzo e sulle montagne che le fanno da corona. L’appuntamento olimpico del 2026 obbliga impone un lifting a Cortina d’Ampezzo. Nuove piste da sci, nuovi impianti di risalita non mancheranno, ma saranno molte le novità anche nel campo dell’accoglienza. Intanto ci si gode la passeggiata lungo i 600 metri dell’isola pedonale di Corso Italia, sfolgorante isola di mondanità ed eleganza, e si ripercorre la storia delle tradizioni cortinesi al Museo delle Regole d’Ampezzo. E’ quindi il Lago di Misurina a prendersi la scena. Nelle sue acque si specchiano le Tre Cime di Lavaredo, i Cadini, il Sorapìss, il Cristallo, stelle di prima grandezza delle Dolomiti Patrimonio UNESCO. Tutti possono avvicinarle grazie a sentieri facili e ben tenuti. Che accompagnano alle porte del Paradiso.