Il Giro d’Italia 2023 si appresta a scalare le Tre Cime di Lavaredo e la grande storia riaffiora. La corsa rosa ha fatto tappa più volte sopra ad Auronzo di Cadore e Misurina: l’edizione in cui la salitona di Tre Cime ha inciso maggiormente sul risultato e nella mente degli appassionati è quella del 1974.
E’ il Giro vinto da “sua maestà” Eddy Merckx con 12” di vantaggio sul neoprofessionista Gianbattista Baronchelli e 33” sull’indomito Felice Gimondi. Un’epoca bellissima del ciclismo con Merckx e i grandi campioni protagonisti dall’inizio alla fine della stagione. Gibi Baronchelli l’anno prima aveva trionfato nel Giro d’Italia dilettanti e al Tour de l’Avenir. Tra l’altro è l’unico nella storia ad aver centrato la doppietta, nel medesimo anno, nelle due più importanti competizioni a tappe giovanili. Baronchelli si era imposto al Tour de France dilettanti resistendo stoicamente nelle ultime tappe con un ginocchio malconcio per caduta.
Insomma, il Tista era considerato un “duro” e la Molteni di Merckx l’avrebbe voluto nel ’74, tuttavia Ernesto Colnago dirottò Baronchelli alla Scic. Il direttore sportivo alla Scic era Carlo Chiappano e Colnago, oltre a fornire bici, ricopriva la carica di direttore tecnico. La squadra sostenuta dall’azienda costruttrice di cucine componibili fu grandissima protagonista al Giro 1974 con capitan Franco Bitossi trionfatore nella sesta tappa a Foggia, poi all’ottava sul traguardo di Macerata e nella diciottesima a Sella Valsugana.
Il Campione d’Italia Enrico Paolini, pure lui della Scic, si era aggiudicato la tredicesima a Pietra Ligure e la numero 19 a Borgo Valsugana. Per due settimane il Giro lo dominò lo scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente della Kas, fiera maglia rosa. Nella quattordicesima tappa da Pietra Ligure a Sanremo lo spagnolo accusò una netta crisi di fame. Baronchelli se ne accorse e attaccò in salita, Fuente perse dieci minuti e nella tappa trionfò Perletto. La maglia rosa passò a Merckx, che già aveva vinto 4 Giri d’Italia.
I margini in classifica erano ridotti: “Cannibale” Merckx alla vigilia della Pordenone – Tre Cime di Lavaredo del 6 giugno aveva solo 41” di vantaggio su Baronchelli. Doverosamente va precisato che in quell’epoca al Giro non venivano assegnati abbuoni di tappa.
Nella Pordenone – Tre Cime ci fu il consueto show di Josè Manuel Fuente che fuggì a 60 chilometri dall’arrivo per conquistare il suo quinto successo di tappa in quell’edizione. “Fuente – racconta Gibi – quel giorno fece corsa a sé”. La vera lotta per vincere il Giro divampò alle spalle dello spagnolo. Oltre a Baronchelli anche Gimondi aveva pochi secondi di ritardo dal Cannibale in maglia rosa. “In quel mio primo Giro d’Italia tra i professionisti – prosegue Gianbattista, nato a Ceresara (Mantova ) il 6 settembre 1953, da sempre residente ad Arzago d’Adda (Bergamo) - Franco Bitossi mi aveva fornito un aiuto fondamentale. Franco era eccezionale: vinceva le tappe e mi aiutava in corsa dandomi preziosi consigli. Però Franco “cuore matto” nella tappa del sei giugno 1974 non riuscì a rimanere nel gruppo dei migliori”. Baronchelli nei mesi precedenti al Giro non andò mai a visionare la salita da Auronzo a Tre Cime.
“Quello fu in effetti un errore: non conoscevo la salita conclusiva della tappa più importante”. Con Fuente sempre davanti lanciato e applaudito dal pubblico, Baronchelli accelerò dopo il Lago di Misurina. “Pensavo fossero le ultime rampe – prosegue il “bergamasco mantovano” – vedendole molto ripide – invece era il tratto iniziale”. Sul tratto di falsopiano il drappello con Merckx, Gimondi, il sorprendente Tino Conti e altri si avvicinò a Baronchelli. Si disse che Tino Conti si era messo a fare l’andatura sollecitato da Merckx. “In realtà – fa notare Baronchelli – dietro fecero tutti l’andatura, anche gli altri avevano interesse a riprendermi. Comunque a 3 chilometri dall’arrivo riuscii nuovamente ad accelerare distanziandoli”. Dietro al Tista c’era l’ammiraglia bianconera della Scic, con Ernesto Colnago che lanciava incitamenti imitato dal driver ds Chiappano. Per diventare maglia rosa a Baronchelli serviva almeno un margine di 42 su Merckx”. “Tra l’ultimo chilometro e i 500 metri finali – prosegue – io per un tratto sono stato maglia rosa virtuale. Negli ultimi ripidi 500 metri Merckx fece una volata super e salvò il primato in classifica per 12””. Fuente era già vincitore di tappa, Tista tagliò il traguardo in seconda posizione a 1’18” dallo spagnolo.
Nei giorni successivi la situazione in classifica generale non cambiò. Merckx s’impose nella Misurina – Bassano del Grappa, tappa di 194 chilometri comprendente il Monte Grappa, e nemmeno nella pianeggiante Bassano del Grappa – Milano (257), con Marino Basso vincitore sulla pista del Vigorelli.
Da notare che a fine Giro 1974 (22 le tappe effettive) ci fu per tutti i protagonisti una speciale ventitreesima tappa di 94 chilometri denominata “Giro di Milano” in cui Gianni Motta ottenne la sua ultima vittoria tra i professionisti. Gianni di Groppello d’Adda (Comune di Cassano), vicino di casa di Baronchelli, nella via Arona che fiancheggia il Vigorelli indossò la maglia bianca con la croce di San Giorgio simbolo della città di Milano.
Tista Baronchelli arrivò secondo anche al Giro d’Italia 1978, preceduto da Johan De Muynck, belga della Bianchi-Faema. Nel ’78 Gibi vinse il tappone Treviso – Canazei comprendente i Passi di Rolle, Valles e San Pellegrino. A fine Giro primo De Muynck, secondo Baronchelli a 59”. Quindi un piccolo margine anche nel 1978. Quello del ’78 è passato alla storia anche per lo sgomento causato dal ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro il 9 maggio, nel giorno in cui Beppe Saronni, anch’egli uomo Scic, vinse la tappa di La Spezia (il suo primo successo di tappa al Giro). “Sarebbe stato bellissimo vincere il Giro pure nel ’78 – continua Baronchelli – perché avevo solo 24 anni, contro un signor corridore come De Muynck. Però riuscirci a 20 anni, davanti a Merckx, avrebbe avuto significato storico e valenza mediatica nettamente superiore”.
ORDINE D’ARRIVO TAPPA TRE CIME DI LAVAREDO– 1. Josè Manuel Fuente ( Spagna; Kas ) km in 5 h 40’ 53” ; 2. Gibi Baronchelli (Scic) a 1’18”; 3. Costantino Conti (Zonca) a 1’41”; 4. Eddy Merckx (Belgio; Molteni); 5. Vicente Lopez-Carril (Spagna; Kas).
CLASSIFICA FINALE – 1. Merckx; 2. Baronchelli a 12”; 3. Felice Gimondi (Bianchi-Campagnolo) a 33”; 4. Conti a 2’14”; 5. Fuente a 3’22”; 6. Giovanni Battaglin (Jollyceramica) a 4’22”; 7. Francesco Moser (Filotex) a 6’17”; 8. Lopez Carril a 10’28”; 9. Franco Bitossi a 16’05”; 10. Gosta Petterson (Svezia; Ferretti) a 17’08”
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